Fotografia di una dea Ecate

FOTOGRAFIA DI UNA DEA: ECATE – SAGGIA, LIBERA, POTENTE

Ecate è un nome possente e inquietante. Evoca, nei più, concetti vagamente negativi, comunque multipli: la luna nera, gli Inferi, stregonerie e spettri.

Eppure Ecate, la multiforme (non a caso), è l’unica dei Titani a sopravvivere a Zeus, nonché l’unica a eguagliarlo quanto al potere maggiore: concedere la libertà di scelta.

Ecco la storia e la fotografia di una dea.

Ecate è, ad un tempo, saggia, libera e potente. Una e trina. Anzi, Trivia.
Dea dei crocicchi che impongono una svolta a ogni cammino.
Dea del ciclo della vita, ovviamente presiede anche la morte. E la rinascita.

Giovinezza-maturità-vecchiaia; presente-passato-futuro; cielo-mare-terra.
Ecate governa tutto questo e molto di più.

 

1. LA DEA LEVATRICE: COLEI CHE PORTA LA LUCE

Il mito di Ecate si perde nella notte dei tempi e le sue origini si confondono. Sicuramente l’archetipo affonda le radici nel culto della Madre Terra e in quello della Luna. Uno dei suoi simboli è la torcia accesa: luce della consapevolezza, luce della saggezza. Custode della soglia tra la morte e la vita, Ecate presiede il parto, il venire alla luce, appunto.

LA FOTOGRAFIA: #1 L’INQUADRATURA

Nella produzione di un’immagine rappresentativa, nella realizzazione di un ritratto, nel fare una fotografia – sempre – è essenziale porsi una domanda: che cosa, esattamente, voglio portare alla luce? Che cosa, cioè, deciderò di inquadrare (o di escludere dall’inquadratura) e per veicolare quale messaggio?

2. LA DEA GUIDA DEI MORTI: COLEI CHE STA SULLA SOGLIA

Uno stesso varco, tuttavia, porta alla vita e porta alla morte. Per questo Ecate è anche guida nell’Aldilà, divinità psicopompa in grado di fluire di mondo in mondo, dall’Olimpo agl’Inferi e alla Terra, illuminando la via al viandante dubbioso che si è perduto all’incrocio di più strade. Un altro dei simboli di Ecate è la chiave: il grimaldello che scardina il risaputo, il noto, per condurre all’ignoto. Ecate apre e chiude le porte (anche) della conoscenza, offre una scelta, presiede alla libertà. Vertiginosa.

LA FOTOGRAFIA: #2 LO SCATTO

«Fotografo è uno che ammazza i vivi e resuscita i morti» s’usava dire*. Sicuramente, nel congelare un frammento di spazio-tempo, la fotografia ne distilla l’essenza per consegnarla a imperitura memoria. La fase di scatto, l’apertura e la chiusura del diaframma, impone un istante di buio. Una cesura. In un click si varca una soglia per passare dalla presenza all’assenza, confidando che non finisca lì.

3. LA DEA DELLA MAGIA: COLEI CHE CUSTODISCE I MISTERI

Secondo alcune tradizioni, Ecate è capostipite di una progenie di maghe incantatrici tra cui Circe e Medea. Non solo saggia e libera, Ecate è potente al pari delle più alte divinità maschili dei pantheon patriarcali. Capace di andare oltre, letteralmente, ha tra i suoi simboli il serpente che, tra i viluppi delle sue spire, si fa labirinto. Come il simbolico uroboro che si morde la coda e che, contemporaneamente, apre e chiude il cerchio della vita, così la dea – tra complessità e linearità – governa il ciclo arcano di vita-morte-rinascita.

LA FOTOGRAFIA: #3 SVILUPPO E STAMPA

Inutile imparare a vedere il mondo e riuscire a impressionare immagini meravigliose, se poi non torniamo a dare loro una (seconda) vita attraverso la magia della ri-produzione. La fotografia viene davvero alla luce (vi torna!) quando va oltre la mera seppure essenziale fase di inquadratura e scatto e si s-viluppa, si districa e si trae d’impaccio per farsi, oltre che processo, oggetto. La stampa fotografica è la quadratura del cerchio, la fuoriuscita dal dedalo degli hard disk, la creazione vera dell’ingegno capace di custodire la memoria.

Fotografia di una dea Ecate

Ecate e i suoi simboli: la chiave, le fasi della luna, il trivio e il serpente-labirinto

LA FOTOGRAFIA DI UNA DEA: ROBERTA

Fotografia di una dea Ecate

Di donne e di dee – Ecate Trivia

Quando ho proposto di costruire un’immagine moderna, attuale, viva della dea Ecate, solo una persona poteva rispondermi di sì e prestarsi al confronto con cotanto mito.
Siamo partite con l’idea di mettere in luce (!), le tre facce della dea, come da tradizione.

Eppure…
Eppure qualcosa non ci tornava. Tutto sembrava troppo.
Alla fine, dopo tre ore intense di lavoro e un raffreddore garantito per le condizioni climatiche ‘avverse’, l’illuminazione!
1. Chiarifichiamo.
2. Semplifichiamo.
3. Riduciamo all’essenza.
Una.

Teniamo la luce lunare. Teniamo la soglia tra il qui e l’oltre. Teniamo lo sguardo che vede e custodisce.
Saggia, libera, potente.
Ieratica.
Una.

E non a caso, in origine, la dea era così.

Fotografia di una dea Ecate

Di donne e di dee – Ecate

UN RITRATTO IN LIGHT PAINTING: PERCHÉ?

Dopo ogni sessione io chiedo alle mie modelle di rispondere ad alcune domande che mi aiutano a migliorare il servizio e ad evolvere nel mio cammino di ricerca. Ecco cosa ne pensa Ecate-Roberta.

Che cosa ne dici del light painting? Che cosa ti ha ispirato?
Mi ha ricordato un po’ la tecnica raku in ceramica. C’è una parte d’imprevedibilità che mi affascina: svariate cose che si combinano fra loro in modo sempre unico e irripetibile.

 

Che cosa ti ha colpito di più, quando hai visto le immagini?
La sorpresa, lo spostamento di focus dalla persona esteriore all’emozione/sensazione/percezione che l’immagine trasmette al di là del soggetto ritratto.

 

Che cosa, invece, non ti è piaciuto del tutto, oppure consiglieresti di fare diversamente?
Nulla ma la prossima volta, se sarà ancora d’inverno, mi attrezzo con una stufetta 😉

 

Come descriveresti il rapporto modella-fotografa?
Come una possibilità di andare oltre le nostre singole visioni per approdare a qualcosa che ci trascende e arricchisce… e non solo noi ma – penso – anche altri che avranno l’occasione di vedere il lavoro condiviso.

 

Che cosa ne pensi della qualità dell’immagine risultante?
Penso che sia unica, magica; è qualcosa che porta oltre, oltre l’ordinario.

 

Consiglieresti ad altri di sottoporsi a una sessione di ritratto in light painting?
Questa domanda è ridicola 😀

 

Quale tipologia di persona, secondo te, apprezzerebbe particolarmente essere ritratta in questo modo e perché?
Forse persone che non sono troppo identificate con un apparire canonico, persone curiose. Persone a cui piace giocare con l’idea di sé, che amano le sorprese ed essere stupiti, che non temono ciò che non conoscono, persone che custodiscono il proprio lato bambino.

DI DONNE E DI DEE: UN CAMMINO FOTOGRAFICO DI CONOSCENZA DI SÉ

Nata da una ricerca sull’autoritratto ed esposta al pubblico di recente in una mostra, Di donne e di dee è oggi una collezione di ritratti in light painting frutto della collaborazione creativa tra fotografa e modelle (e modelli).
Il ritratto di Ecate fa parte di questo progetto più ampio, che si propone di offrire alle donne un modo nuovo – potente e gentile – di raccontarsi per immagini.

Senza alcun fotoritocco o elaborazione digitale, ogni ritratto in light painting richiede una sessione di un paio d’ore (a domicilio), una stanza oscurabile e un progetto.
Si tratta infatti di dare corpo e luce alla i-dea che più rappresenta la forza, la bellezza e la specificità del soggetto ritratto.

Alla fine, l’immagine prodotta viene stampata su carta pregiata e con inchiostri di altissima qualità: un memento prezioso che durerà nel tempo.
Degna incarnazione luminosa di un ritratto… divino.

Prenota la tua sessione di ritratto in light painting: la prossima dea potresti essere tu!

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*Lo racconta Ferdinando Scianna in una delle sue memorabili interviste, citando la reazione del padre alla sua decisione di diventar fotografo in una Sicilia degli anni ’50 in cui, al massimo, era mestiere per disegnare gli occhi aperti su immagini di gente già morta, pur di avere una fotografia da mettere sulla tomba o sul comodino.

 

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