creare un ritratto in light painting

COME CREARE UN RITRATTO: TRA PRENDERE E DARE

Un ritratto in light painting non si ‘prende’ né – semplicemente – si ‘fa’. Un ritratto in light painting si crea. Insieme. E la ricetta è presto detta: per creare un ritratto – ad un tempo – potente e gentile occorre un’idea, un progetto, occorre una stanza buia e una fonte luminosa mobile, occorre tempo e cura.
Occorre sintonia, nel respirare insieme.
Con lei non è stato difficile!

Light Painting
Energia dell’Amore.
Luce, buio, organizzazione, pensiero, respiro.
Entro dentro me stessa trovo il centro la verticalità, respiro.
Respiro condiviso
co-creazione, dipinto, respiro.
Aria Luce Buio […]
Miriam

Una scelta, per la vita!

Per gli anglofoni è più facile distinguere: ‘prendere un’immagine’ (to take a picture) non è lo stesso che ‘fare una fotografia’ (to make a photograph), né viceversa.

Se nel ‘prendere’ c’è implicito un appropriarsi, un afferrare e trattenere per sé che sfiora i confini del furto, della rapina, nel ‘fare’ c’è tutto il senso di costruzione, esecuzione e creazione, che converge sul sapere artigiano, strizzando l’occhio addirittura all’arte.

Così come ‘prendere una preda’ significa ucciderla mentre ‘fare un bambino’ significa dargli la vita, catturare una scena esistente è diverso dal mettere in luce (!) qualcosa di nuovo.

Non prendere, ma apprendere e sorprendersi

Nel creare un ritratto in light painting si tratta di ri-prendere una performance, nel buio, in un tempo lungo qualche minuto. La performance è tanto della modella quanto della fotografa, e si basa su un progetto condiviso, messo a punto con una sorta di intervista/chiacchierata preventiva.

Alle – Se tu fossi un colore, che colore saresti?
Miriam – Se chiudo gli occhi vedo solo i colori brillanti delle pietre preziose.

 

Che cosa ti piace di più di te e a cui non rinunceresti mai? 
La gioia per la vita, l’entusiasmo e la sorpresa.

Qual è la cosa che noti di più e per prima nell’incontrare un estraneo o un’estranea?
La luce che emette.

 

Cos’è per te la ’cosa’ migliore al mondo?
L’energia vitale.

 

E la peggiore?
La volontà di distruggere.

L’idea è che emerga un’immagine potente e gentile del soggetto ritratto, un’immagine da realizzare a strati, ossia per passaggi successivi di pennellate di luce (light painting, infatti, significa ‘pittura di luce’). Con-prendere l’immagine di sé che una donna vuole interpretare e vivere in quel momento e sor-prendersi di come la luce (e il buio) possano darle vita!

Se io fossi una dea, sarei un po’ Ishtar e un po’ Maddalena. […] Maddalena come Sacerdotessa e Apostolo è al pari di Pietro ma anche molto di  più perché alla fine è la Sacra Sposa che con la carne crea l’unione sacra per arrivare alla Luce […] A me viene in mente la CORONA  o una decorazione che scenda sulla fronte (terzo occhio) e l’esaltazione dei seni […] La semplicità dell’unione tra seni, ovaie, utero e vagina come luogo sacro per vivere con l’energia del Cuore. È il potere femminile, se magicamente si ‘usano’ questi ‘strumenti’ per creare energia…

Per creare un ritratto in light painting di una donna-dea (e ogni donna è una dea… anzi, più di una!) bisogna certamente ‘prendere’ il soggetto ritratto, anzi ri-prenderlo: in quanto tecnica fotografica, il light painting esige un esserci e un darsi del soggetto, della realtà (non può che partire da essa); a differenza delle tecniche di fotoritocco, però, il light painting prevede la assoluta e pura ‘presa diretta’! Nessuna post produzione, nessuna aggiunta digitale, nessuna manipolazione esterna: tutto e ‘solo’ ciò che la luce e il movimento possono fare – insieme – nella danza tra fotografa e modella.

Che cosa ti è piaciuto di più della sessione di ritratto in light painting?
La sensazione che ho provato mentre entravi attivamente nel mio sentire per dargli luce.

Non solo fare né tanto meno ri-fare:
un’esperienza originale, unica, creativa.

Un ritratto in light painting non è uno ‘scatto’ rapido e istantaneo, ma un’esperienza, una performance.
Richiede tempo e prevede un fare attivo e compartecipe tra colei che dà corpo alla dea e colei che la mette in luce.

Anche se non si vede, infatti, la presenza della fotografa al fianco della modella è viva e reale in ogni ritratto. Concretamente.
Questa è una delle peculiarità della tecnica fotografica adottata, per cui ciò che si muove velocemente e non è illuminato non resta impresso sul sensore e, dunque, non è visibile nell’immagine finale.

La fotografa c’è, eccome. Ma non si vede se non attraverso ciò che crea: il ritratto della donna-dea cui dà luce!

L’originalità di un ritratto in light pinting, allora, è triplice:
• è originale in quanto unico, e perciò speciale
• è originale in quanto autentico, vero
• è originale in quanto nuovo, inusuale e stupefacente.

Frutto di sapiente artigianalità e nutrita della favolosa carrellata di immagini e ispirazioni che la storia delle arti di tutti i tempi ci mette a disposizione, la creazione di un ritratto gentile e potente in light painting costruisce – letteralmente – un’immagine di donna e di femminile stra-ordinaria, veirdica e meravigliosa.
Originale.

Consiglieresti ad altri di partecipare a una sessione di ritratto in light painting?
Sicuramente sì.

Quale tipologia di persona, secondo te, apprezzerebbe particolarmente essere ritratta in questo modo? Secondo me può essere proposto quasi a tutti perché offre la possibilità di lavorare a livelli differenti e, a seconda di come una persona vuole porsi, le si svelerà ciò che di sé vorrà vedere…

creare un ritratto in light painting

Di donne e di dee – Miriam tra Maddalena e Ishtar

[…] Visione
Orizzontalità, relazione.
L’essenza della vita che pulsa ed è imprigionata e libera
in due immagini che colgono l’essenza della femminilità che vibra in me…
il mio pezzo di Ishtar… di Maddalena.

Miriam 

Il rapporto di reciprocità:
un patto di collaborazione!

In fotografia c’è una regola che è una sicurezza operativa: la medesima (corretta) esposizione può essere ottenuta in molti modi diversi, a seconda del rapporto tra più fattori (fondamentalmente l’apertura del diaframma e il tempo d’apertura). Si chiama reciprocità, e dice che – sostanzialmente – ogni tempo ha il suo (giusto) diaframma, e viceversa.

Il light painting fa della reciprocità un mondo, liquido e sublime: al buio, infatti, giocando con il diaframma, si ottiene tutto il tempo di cui si ha bisogno per dipingere di luce il proprio soggetto!

Nella creazione di un ritratto in light painting, poi, la reciprocità si fa con-presenza e compartecipazione: del soggetto ritratto al fare creativo della fotografa, e del sapere tecnico di questa al desiderio di quella. Una reciprocità doppia.
Reciproca essa stessa.

Come l’amicizia.

Potente.
Gentile.

 

And in the end, the love you take, is equal to the love you make.

Sir Paul McCartney

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