
IL DONO PIÙ BELLO: UNA RINASCITA, IN LIGHT PAINTING
Per me il dono più bello è un’esperienza.
Per me il dono più bello è un’occasione di condivisione o di scoperta, quasi sempre l’opportunità di evolvere, crescere, trasformarsi.
Il dono più bello, per me, è spesso una fotografia.
In light painting.
Lo dico e lo propongo spesso e quando mi è richiesto di realizzare un ritratto in light painting sono felice.
So che un’avventura mi aspetta. Ci aspetta.
REGALA(TI) UN RITRATTO IN LIGHT PAINTING
Quando Donatella mi chiamò, per telefono, la sua voce potente e sensuale fremeva (è una cantante, non lo dico per dire!): le avevano regalato una sessione di ritratto in light painting con me e non aveva idea di cosa fosse né da che parte si cominciasse… ma era curiosa e non vedeva l’ora di saperne di più.
Le spiegai brevemente di cosa si trattasse: lasciarsi dipingere di luce, nel buio, per diversi minuti e ottenere, insieme, un’immagine di lei… eccezionale. Letteralmente: insolita, singolare, stra-ordinaria.
Anzitutto, però, bisognava avere un progetto congiunto, una rappresentazione o figura, un concetto cui tendere.
Una i-dea a cui dare corpo e luce.
Dalla compilazione di un breve (ma intenso) questionario, Donatella comincia a prendere forma nella mia mente: arancione, energica e solare, indipendente, lei è aria.
Amante di quella particolare «bellezza che salverà il mondo», Donatella arde e vola.
«Finalmente».
L’immagine che mi si para di fronte agli occhi pensando a lei, da subito, è la Fenice (1).
L’uccello di fuoco che rinasce dalle proprie ceneri.
Infuocata, volante, leggera e potente…
«L’immagine mi torna benissimo! Anche perché, davvero, sono dovuta rinascere dalle ceneri… :)»
Dea Incoronata, tu annunci il mattino,
sei come la primavera,
mi fai rinascere con il tuo ritorno.
(Gabriel García Márquez)
DALLA FERITA ALLA RINASCITA: ODE ALLA CICATRICE
Non è la prima volta che, in sede di ritratto, si parla di rinascita.
Non c’è persona che io abbia incontrato e fotografato che – prima o poi – non abbia svelato un dolore, una lacerazione.
Di fronte all’obiettivo fotografico emerge sempre la ferita, ma anche – spesso – la voglia di prendersene cura, di lasciare che si rimargini e di andare oltre, proseguire il cammino.
Non uguali a prima, però.
Mai.
Ogni ferita lascia una traccia.
Anche rimarginata, lascia un segno: la cicatrice.
Che è memoria.
LA FOTOGRAFIA COME TRACCIA E MEMORIA
Se noi rinascessimo senza memoria, senza traccia del nostro sé passato, come potremmo dirci ancora e sempre noi stessi (2)?
Difficile, se non impossibile.
La memoria è il fil rouge, la connessione essenziale della storia di ciascuno di noi.
La memoria è il segno, il solco, la scia…
In fotografia questa scia si fa luce.
Una luce che lascia il segno, una luce che è – essa stessa – traccia del soggetto mutevole che le si espone.
In light painting (che è una fotografia lenta, potente e gentile), del soggetto, resta non solo un attimo, ma un’esperienza.
DARSI ALLA LUCE, ANCORA E SEMPRE
L’esperienza di una sessione di ritratto in light painting è molto particolare, perché consente di dare corpo e luce a una trasformazione di sé, una metamorfosi, che è di per sé ri-nascita.
Se quando nasciamo veniamo alla luce, durante la nostra vita quante volte siamo chiamate o chiamati a darci e ri-darci alla luce?
Ogni volta che acconsentiamo a farlo possiamo lasciare che una ferita cicatrizzi e che il segno, la traccia lasciata sia una scia di luce (o un ‘sorriso’ come lo ha definito qualcuno di molto illuminato!).
È questo il dono più bello che possiamo fare a chi ci è caro.
È questo il dono più bello che possiamo fare a noi stesse/i.
«Sono senza parole. Le immagini sono meravigliose ma, soprattutto, rappresentative dei diversi aspetti di me. […] la tua tecnica è un’efficace metafora della natura umana e di come le sue molteplici sfaccettature si svelino nel tempo e se sollecitate dagli eventi. Così rivedo la Fenice, la Guerriera, la Sacerdotessa ma anche il misterioso, sensuale e profondo femminino che sono in me.» Donatella
Un dono è un’offerta, un regalo che rende omaggio.
Un dono è un privilegio, che riguarda una persona singola.
Un dono è una dote, una qualità speciale che venga agita.
Come un canto, il dono risuona anzitutto in chi lo offre.
Il dono più bello che io possa farti è lasciare che tu splenda e conservarne traccia.
Assistere al rinnovamento e restituirtene una memoria di luce.
IL DONO PIÙ BELLO? RINASCERE IN UN RITRATTO IN LIGHT PAINTING.
Morire quanto necessario, senza eccedere.
Rinascere quanto occorre da ciò che si è salvato.
(Wisława Szymborska)
REGALA(TI) UN RITRATTO IN LIGHT PAINTING
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(1) TRA MITO, LEGGENDA E RIFLESSIONE: CHI È LA FENICE?
Detta anche l’uccello di fuoco, la fenice è una creatura – letteralmente – favolosa.
Narrano le leggende, infatti, che questa sorta di grossa aquila dal vivido piumaggio avesse la caratteristica di ardere e risorgere dalle proprie ceneri ogni cinquecento anni.
Unica, immortale, continuamente rinnovata, la Fenice veniva spesso associata al disco solare, simbolo di purificazione e fertile ciclicità.
Si dice che, nell’antico Egitto, la Fenice fosse maschio.
Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.
(Pablo Neruda)
D’ORO E CREMISI PIUMATA
Il mito della Fenice si ritrova in tutte le maggiori civiltà del mondo.
Nella tradizione cinese è il Feng, l’uccello scarlatto che origina tutti i colori e tutte le note musicali e il cui canto si innalza solo in tempo di pace e prosperità.
Si dice che non solo fossero maschi e femmine, ma che la coppia fosse simbolo per eccellenza di unione armoniosa.
UN AUGURIO, PER TUTTI E TUTTE
Sarà per l’essere potenzialmente madri, sarà per il mito del multitasking, sarà per apologia sessista, c’è chi dice che le donne siano campionesse di rinascita, volendo.
Ma io penso che in realtà la resilienza, la capacità di rialzarsi, rinnovati, sia della persona intelligente, sensibile e sincera con se stessa. Chiunque essa sia.
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(2) In filosofia, questa riflessione prende il nome di Paradosso della nave di Teseo.
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