
DIALOGO CON UNA SPOSA: DEL VALORE (PARTE I)
Chiacchieravo l’altro giorno con una futura sposa dalle idee piuttosto chiare (ciao Sabri!) ed ecco che mi ritrovo a ragionare con lei sul valore delle cose*, per arrivare a ragionare del valore della fotografia di matrimonio…
Va detto: organizzare il proprio matrimonio può spezzare l’indole più cristallina, se non si sta all’occhio! Presunti obblighi sociali, aspettative (altrui?) e budget reali possono soffocare lo slancio e l’ottimismo più puro, ma…
C’è un grande, enorme MA da considerare, per me.
Ossia il fatto che, dall’inizio alla fine, un matrimonio sussiste solo se sussistono gli sposi e, quindi, deve essere per loro. Deve essere loro!
Personalmente, diffido (e sorrido) di chi ritiene che il giorno del proprio matrimonio sia «il più importante/bello della vita»! Io sono sposata da dieci anni, ho due figlie, due gatte e tanti amici e posso dire con certezza che – per fortuna – giorni ed eventi importanti, indimenticabili, emozionanti, perfino sconvolgenti ricorrono non dico spesso, ma… copiosi.
Ridimensioniamo, dunque, il giorno del matrimonio? Non esattamente.
Secondo me l’ideale è commisurare, ossia adeguare alle proprie esigenze (e possibilità) reali, o – meglio ancora – proporzionare, cioè dare la giusta misura…
La mia sposa, in questo senso, sa quello che vuole.
Una cerimonia semplice, in un luogo amato e defilato, tanti amici per un rinfresco informale all’insegna della spontaneità, giochi per i bimbi. Brava!
Il valore della fotografia di matrimonio per te, per voi!
– E le foto? – chiedo io.
– Mah, – dice lei, – pensavamo di no…
Non è del tutto convinta, lo sento, e allora la metto alla prova.
– La domanda che vi dovreste fare è: «che valore ha, per noi, la memoria fotografica del nostro matrimonio?»
La risposta a questa domanda è decisiva per capire se un preventivo di spesa al riguardo sia commisurato o meno alle esigenze di una coppia…
Per me, e non è un caso, la fotografia è letteralmente vitale. Nel senso che (ri)dà vita.
Al di là della fotografia di matrimonio, un’immagine di valore compie una sorta di miracolo, poiché conserva nel tempo la capacità di riportarci a un evento e di evocarne l’emozione profonda vissuta allora… non tanto o non solo riportandola alla memoria, ma ai sensi tutti.
Ed è per questo che io non solo scatto fotografie, ma le scelgo, le sviluppo, le impagino in successione narrativa e le faccio stampare. Perché le fotografie vanno maneggiate, fisicamente (comodi i file, certo, ma quelle sono ‘solo’ immagini!).
Personalmente, preferirei sposarmi in jeans, che non avere una narrazione per immagini di quel giorno!
Realizzata come e da chi, dipende…
Dipende dai gusti e dipende dal budget.
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Prosegui la lettura con: Dialogo con una sposa: del costo (parte II).
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*Sempre sul valore, delle cose e delle fotografie, può interessarti anche leggere di auguri e di doni!
Dialogo con una sposa: del costo delle fotografie di matrimonio
12 Maggio 2016 at 15:23[…] Se non lo hai già fatto, leggi l’inizio di questa storia: Dialogo con una sposa: del valore (parte I) […]