
inVISIBILI in scena a Milano
Dal 3 al 28 maggio 2023, inVISIBILI è ospite di Mostre al Cubo, lo spazio espositivo di Pacta Dei Teatri a cura di Fulvio Michelazzi.
EMOZIONI A COLORI
La mia Ode all’Adolescenza trova una nuova incarnazione che, stavolta, dedica molto spazio al colore delle emozioni.
Il Cubo – da cui il nome dello spazio – diventa una sorta di stanza sonora: abbracciat3 dalle campiture di #Serenità #Tristezza e #Rabbia, si è confortat3 dalle #cosebelledadireedadirsi e ci si può concedere il permesso di lasciare andare le #cosebruttedasentirsidire.
Un’esperienza diversa dall’allestimento in Val Mulini di quest’inverno, che vale la pena sperimentare.
IL PACTA SALONE DI VIA DINI
La mostra è allestita le foyer del Teatro Pacta Salone di via Ulisse Dini 7 a Milano.
L’ingresso è libero e gratuito, durante l’orario di apertura del teatro.
La programmazione prevista in contemporanea la trovate sul sito, in scena questo mese Annig Raimondi prima e Maria Eugenia D’Aquino poi.
Se non conoscete questo teatro milanese, consiglio decisamente la visita: uno spazio informale molto affascinante con una lunga tradizione di ricerca!
UN CAFFÈ CON LA DEA ÈCATE
E se volete fermarvi per un aperitivo o spuntino in zona, vi consiglio l’accoglientissimo Ècate Caffè Libreria, in via Pomponazzi, da Diego Leone!
#StayRebel #StayBright
ODE ALL’ADOLESCENZA
Frutto di tre esperienze differenti ma congiunte (un set fotografico, un questionario anonimo, un esperimento di scrittura ‘a cascata’) che hanno coinvolto, in sei mesi, oltre un centinaio di adolescenti e giovani tra i 15 e i 25 anni, inVISIBILI offre l’opportunità a chiunque di interrogarsi su che cosa è importante nella vita; su cosa ci nutre e cosa, invece, ci ferisce nel profondo.
Un’opportunità eccentrica, extra-vagante, per dare corpo, luce e voce a chi, spesso, è ai margini. Un’opportunità che ci conduce a vedere il mondo attraverso gli occhi altrui, che è sempre un esercizio utile: di empatia e di democrazia!
Lontano dall’aggressività dei social, dall’abbuffata di selfie, dalla paura del giudizio altrui (ma anche proprio) di non essere abbastanza, un’opportunità di splendere, per ciò che si è e si vuol essere.
inVISIBILI è un progetto per tutti e tutte, nessunɜ esclusɜ*.
È LGBTQI+ friendly, antirazzista, transfemminista, accogliente delle differenze e laico. Come dovrebbe essere il mondo intero.
IN MOSTRA
Fotografie, colori, testi e alcune interazione per scoprire lo splendore di un’età – l’adolescenza – spesso considerata unicamente ‘di passaggio’ ma che invece è decisiva nella costruzione della propria identità, personale e sociale. Un’età che merita di essere guardata e vista!
L’invito, per tuttɜ è semplice: #neldubbiotusplendi
Dell’intero corpus di inVISIBILI sono qui esposte alcune fotografie e due interazioni.
LE OPERE FOTOGRAFICHE
I VOLTI
Sono i ritratti delle e degli adolescenti, realizzati attraverso un plexiglas opalescente: un dispositivo che protegge chi è ritrattə dall’aggressione predatoria della fotocamera (to shoot, si dice in inglese: ‘sparare una foto’, e in italiano si dici immortalare una persona) e, ad un tempo, permette a ciascunə di scegliere quanto esporsi, quanto e come ‘darsi alla luce’. Tra etica ed estetica, un esercizio attivo di rinascita.
I COLORI
Sono fotografie astratte di campiture di colore che danno corpo e luce alle risposte ad alcune domande del questionario, relative al colore delle emozioni: di che colore è per te la gioia, la tristezza, la paura, la sorpresa? Combinando proporzionalmente le risposte, si giunge a questi risultati (possibili).
LE INTERAZIONI
Lo spazio interattivo prevede due proposte concrete di partecipazione all’esperienza di inVISIBILI.
COSE BELLE DA DIRE E DA DIRSI
Il testo, leggibile e ascoltabile, raccoglie le risposte a una delle domande più vitali del questionario originale: Qual è la cosa più bella che ti abbiano mai detto? Condivise, queste parole possono essere di nutrimento e sostegno per tutti e tutte noi.
COSE BRUTTE DA SENTIRSI DIRE
È un cestino della spazzatura, ove liberarsi di quanto di più brutto ci abbiano detto nella vita: basta scriverlo su un foglio da accartocciare o strappare e – semplicemente – buttare via. Lasciamole andare: non sono un problema nostro!
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* Non è una svista, bensì un esperimento linguistico inclusivo e non binario: /ɜ/si usa per il plurale, laddove il singolare si indica con /ə/ (è il famigerato scevà); nel parlato si può semplicemente sospendere la finale al singolare e, al plurale, utilizzare la /u/.
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