
IO STO CON L’ADOLESCENZA
Qualche riflessione a margine di inVISIBILI, fino a fine anno in mostra presso la ex Tintostamperia in Val Mulini 3 a Como, ma anche il 29 e 30 novembre al Teatro Sociale, sempre a Como, e in primavera a Milano (Mostre al cubo, Pacta Salone in via Dini).
STARE CON L’ADOLESCENZA
Le neuroscienze ci insegnano che l’adolescenza è davvero un momento unico della vita: pericoloso e creativo.
Mentre il corpo prende forma e forza, il cervello va creando e sostituendo innumerevoli connessioni che pian piano – poi – costituiranno una ‘salda’ rete neurale capace di interpretare il mondo in maniera efficace. Per sopravvivere.
Ma questo, appunto, poi.
Prima, in adolescenza, la questione vitale è… non morire. Sopravvivere, anzitutto a se stessɜ!
Un lavorìo quotidiano, sistematico e impegnativo, che porta l’adolescente a partorire il proprio sé adulto.
Un lavorìo prezioso, unico, fragile.
Un lavorìo spesso incompreso, indispettente… invisibile.La filosofia (in particolare quella fenomenologica) ci insegna che, per essere, bisogna essere visti.
Da qualcuno che non sono Io. Da un Tu.
È infatti nello sguardo dell’altro-da-sé che ci si riconosce per ciò che si è (o si diventerà).
La vita, quindi, è relazione: entro la quale ciascuno e ciascuna di noi si ri-conosce.
Emerge dall’ombra, si dà alla luce, si fa non-più-invisibile.Stare con l’adolescenza, quindi, significa anzitutto guardarla per vederla.
Ma stare con l’adolescenza significa anche nutrire l’adolescente che siamo stati e state (e che il nostro cervello può continuare a essere, in parte).
Stare con l’adolescenza significa, soprattutto stare: in ascolto, in costruzione, in evoluzione creativa, dalla parte di chi è più fragile.
Stare e stare bene. Anzitutto con se stessɜ.Alle Bonicalzi, dalla cartella stampa della mostra inVISIBILI
METTERE A FUOCO CIÒ CHE CONTA
Di seguito il mio intervento e quello di Margherita (portavoce di Como Pride) per la Giornata mondiale della salute mentale, in occasione dell’inaugurazione della mostra inVISIBILI in Val Mulini. Si ringrazia Gianpaolo Rosso e Ecoinformazioni per i video.
L’adolescenza non come «una malattia, che prima o poi passa»… bensì come cura!
Il diritto di essere, di essere queer, di essere vist* (e di essere amat* – n.d.a. –).
La mostra prosegue fino a fine anno, il sabato e la domenica dalle 14,30 alle 17,30.
VISITE GUIDATE GRATUITE PER SCOLARESCHE
(ANCHE IN ALTRI GIORNI E ORARI)
SU PRENOTAZIONE
info@allebonicalzi.com
#neldubbiotusplendi

Non si finisce mai di essere adolescenti. Volendo! (Con Gin Angri)

Anche liberarsi delle cattiverie che ci dicono è prendersi cura di sé.
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