
ALLA PARATA C’ERANO TUTT3
È uscito il nuovo numero della rivista Oltre il Giardino, frutto dell’immenso lavoro della redazione che si ritrova ogni mercoledì presso il Centro diurno al San Martino a Como, con la convinzione che il benessere mentale passi certamente dalla scrittura e dalla condivisione amicale. Io sono assolutamente d’accordo con loro. Di seguito il mio articolo, che prende spunto dalla Parada par tücc di quest’anno, a cui ho partecipato come Maestra di Strambi Striscioni e Sofismi Stravaganti, proprio insieme ai Fiori di Oltre il Giardino. Il giornale si trova a Como e dintorni, a offerta libera!
ALLE RADICI (DI COSE E PAROLE)
In botanica, radice è ciò che ti nutre e che ti àncora al suolo. È fondamento (1) e sostentamento.
In filosofia, la radice è l’archè, il principio di tutte le cose. È l’origine e la causa prima (2).
Da un punto di vista grammaticale, la radice di una parola è la sua porzione invariante, quella che costituisce il suo significato fondamentale. È l’irriducibile (3).
STREG* COMANDA COLOR
Tarda primavera 2023. Como. Torna la Parada par tücc e capita che coinvolga anche la redazione di Oltre il Giardino, sede e supporto di uno dei laboratori annessi e connessi all’evento. Tema della sfilata cittadina: il gioco. Laboratorio presso il Centro Diurno al San Martino, con me: Strambi Striscioni e Sofismi Stravaganti.
Cosa c’entrano lɜ streghɜ?
Intanto cominciano per S. Come gli striscioni e i sofismi, stravaganti o strambi che siano.
Poi, andando all’etimologia (che è un viaggio alla radice del significato delle parole ma anche un gioco divertente e istruttivo), stryx sarebbe l’uccello notturno, il barbagianni, la civetta. Come quella della dea Atena, simbolo della filosofia («Vola alta nel cielo con occhi giganti e lucenti. Ha fame di sapere. Guarda, conosce, capisce. È curiosa, come la filosofia.» La Nottola di Minerva).

La nottola di Minerva secondo i bambini e le bambine di FILOSOFICA*1 2023.
E noi abbiamo scelto questa figura – lə stregə – per giocare (con colori e paradossi) e per provare ad andare alle radici. Di cosa? Del percorrere lo spazio sociale affermando il diritto alla propria unicità.
Che altro è, sennò, una parata… par tücc?
E continuando con le domande (radici della filosofia): chi è poi unə stregə, se non un*ereticə, ossia – attingendo ancora alle radici etimologiche – una persona capace di scegliere (dal greco: aireo), quindi libera… spesso divergente e, proprio per questo, estromessa, emarginata?!
E ancora: lɜ streghɜ esistono davvero?
Voltaire ci mette in guardia, con illuministica lucidità: «hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle». Paradossale cambio di prospettiva, non c’è che dire.
TREMATE TREMATE L3 STREGH3 SON TORNAT3
Questo motto femminista fa proprio al caso nostro! (No, femminismo non è una parolaccia; e, sì, chiunque dovrebbe essere femministə, come ci ricorda la scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie).
Perché non scrivi come parli?
C’è chi si chiede cosa sia ’sta stregoneria d’usare lettere inventate o capovolte.
Strani segni di sicura sovversione!
In realtà si tratta di un bellissimo gioco!
Nel laboratorio vitale e (potenzialmente) vivificante del linguaggio, questi segni non sono altro che un’idea! Un esperimento linguistico inclusivo e non binario (è il famigerato scevà): /ə/ si usa per il singolare, laddove il plurale si indica con /ɜ/. Si leggono come vocali neutre, sospese. Nello scritto si possono sperimentare anche altri caratteri speciali, come l’asterisco /*/ o la chiocciola /@/; nel parlato, invece, è possibile e usato sospendere la vocale finale al singolare e utilizzare la /u/ al plurale. Si tratta di trovare e provare alternative sia all’uso (e abuso) del maschile sovraesteso (tutti, per ‘tutti e tutte’) sia alla dicotomia maschile/femminile (che esclude di fatto le cosiddette soggettività queer).
Perché dovremmo farlo? Perché no? Dico io.
I vantaggi sono evidenti: si dà voce alla differenza, conditio sine qua non per accoglierla; si espande la potenzialità del linguaggio e, quindi, del pensiero. Ci si arricchisce.
Gli svantaggi? Sicuramente la dis-abitudine, cui si pone facilmente rimedio, semplicemente sperimentandosi. Ché il linguaggio è come la democrazia: si esercita. Nel duplice senso: si allena e si pratica.
Che poi, diciamolo, non è che quella vocale sospesa (ə) sia poi così aliena all’italiano: esiste già in diversi dialetti del Sud (come nei troncamenti del napoletano)… così come nel dialetto comasco stesso, che con quel tücc – ad esempio – riesce a pigliare capre, cavoli e soggettività non binarie in un colpo solo!
IL GIOCO DELLA LIBERTÀ
Già che ci siamo, facciamo un altro esperimento.
Prendi un foglietto di carta e scrivici sopra questa frase: «ciò che è scritto dietro e vero». Voltalo e scrivi: «ciò che è scritto dietro è falso».
Cosa è successo? Che cosa ti ritrovi per le mani?
Ciò che pareva essere solo un foglio di carta si è trasformato in un dispositivo filosofico dirompente: un paradosso!
Stregoneria!
No. Antinomia.
Non ne esistono tante ma ci sono. Si tratta di agglomerati bizzarri poiché indecidibili. Non sono del tutto veri ma neppure del tutto falsi… di più. Sono contemporaneamente veri e falsi.
Vertiginoso. Come stare in bilico sull’orlo di un precipizio. Ai confini del mondo.
Al margine.
ERESIA! UN’ILLUSIONE
L’eresia, già lo sappiamo, è il coraggio della libera scelta: sovversiva e scandalosa. Solo in un secondo tempo diventa ‘sacrilegio, sproposito, sciocchezza’. Solo in un secondo tempo il-ludere diventa ‘prendersi gioco’ (da ludus): ma anzitutto significa ‘entrarci’, nel gioco.
Ecco. Noi il 10 giugno 2023 a Como siamo entratɜ in gioco scegliendo da che parte stare e con chi.
Per e con chiunque si senta ai margini! Per e con chi si sente strambə o stravagante! Per e con lə stregə che è in ciascunə di noi.
Se essere stregə significa essere coraggiosə, curiosə,
anticonformista, indipendente, liberə, rivoluzionariə… mi piace!
Alle Bonicalzi
ideatrice e conduttrice del laboratorio
STRAMBI STRISCIONI E SOFISMI STRAVAGANTI
RINGRAZIAMENTI
Alle radici di questo gioco avventuroso ci sono persone splendenti senza le quali tutto ciò sarebbe solo un cumulo di parole.
E invece è vita. Vera.
Radice1. Grazie alle amiche e agli amici de I Fiori di Oltre il Giardino, fondamento e sostentamento del progetto (con energia, torte, biscotti, colori e grandi tavoli da mettere in comune) nonché a chi ha partecipato ai laboratorî, tra cui in particolare le persone della comunità La Villa di Fino Mornasco, e poi Silvia e Stefania.
Radice2. Grazie a Camilla Bossi – con i Maestri e le Maestre di laboratorio, portavoce della Parada par tücc – causa prima della nostra stramba e stravagante messa in gioco.
Radice3. Grazie a Stefania, Paolo, Andrea, Giada, Liliana, Fabrizio, Vanessa, Donatella, Lucia, Monica e – direttamente dal L@bYoung dell’associazione Diversamente Genitori – Serena, Kai, Riccardo e Kim: irriducibili paradiste e paradisti con cui abbiamo portato per le strade di Como un invito chiaro, semplice e radicale: di tutti i colori tu splendi!
(Scarica qui gratuitamente e stampa il poster!)
PS. Qualcun* pensava (con sentimenti varî) che fosse il Pride.
No, ma anche sì.
La nostra bandierona arcobaleno porta ovunque e sempre il concetto base della convivenza pacifica e splendente delle differenze!
Ogni occasione è buona per ricordarlo e non c’è occasione ove non valga la pena farlo.
DOVE TROVARE IL GIORNALE
La rivista I FIORI DI OLTRE IL GIARDINO è reperibile a Como, a offerta libera, qui:
• Libreria Plinio il Vecchio
• Libreria del ragioniere Bianchi
• Garabombo
• Gioielleria Aymara
• Il Libraccio
• Edicola di sant’Agostino
• Gioielleria Benzoni.
Sulla omonima pagina FB tutti gli aggiornamenti sulle occasioni di incontro e presentazione del giornale!
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