
La fotografia e il rispetto della privacy
Domani entra in vigore il famigerato GDPR, ossia il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati.
Dont’panic (a proposito: domani è anche il Towel day!). Non cambia poi molto: solo che norme, leggi e diritti sulla privacy e la gestione di dati sensibili diventano più espliciti. Il che è un bene.
Che cosa significa per me, per noi che amiamo la fotografia e il rispetto della privacy? Vediamolo.

Sempre per legge, inoltre, ciascuno è sempre proprietario dei diritti d’autore del proprio materiale creativo e, salvo accordi diversi, anche del diritto d’uso dello stesso (questo lo dico soprattutto per gli appassionati e le appassionate di fotografia, come chi frequenta il mio Laboratorio Fotografico Collettivo).
Cosa significa tutto ciò è presto detto.

Uscita dalla scuola media. Tuteliamo studenti e studentesse dalla sovraesposizione mediatica.
La fotografia e il rispetto della privacy: le liberatorie
In un’epoca di connessione globale e iperesposizione come la nostra, la conoscenza e il rispetto della legge sulla privacy è non solo importante, ma essenziale! Ciascuno di noi ha il diritto (e il dovere) di tutelare i propri dati personali e quelli degli eventuali minori a noi affidati. E la legge ci supporta nel garantirci il rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e all’identità personale.
Ad esempio (lo sapevate?) è vietato, per legge, pubblicare immagini di persone comuni riconoscibili senza il loro consenso esplicito! Ricordatelo, ogni volta che postate qualche immagine sui social: se coinvolge qualcun altro oltre voi (a maggior ragione un minore), abbiate l’accortezza di verificarne espressamente la volontà (o l’opportunità) di pubblicazione.

Il neonato o la neonata è persona, a tutti gli effetti. Per questo nella fotografia newborn il tema è particolarmente delicato.
Complicato? No. Rispettoso.
Per ‘maneggiare’ dati personali ma anche materiale fotografico (nostro o altrui) è buona norma stilare e firmare sempre un accordo di tutela reciproca.
È la famosa liberatoria!
Un patto chiaro tra le parti, che stabilisce il lecito e l’illecito circa lo stoccaggio di dati sensibili, l’uso del materiale e la proprietà intellettuale dello stesso, nel rispetto – sempre – dei soggetti coinvolti.
Un/a fotografo/a professionista, ad esempio, non può lavorare per voi senza prima spiegarvi queste cose e mettervi in condizione di scegliere liberamente, consensualmente ed esplicitamente.

Se, in un gruppo, non tutti hanno espressamente firmato una liberatoria, alcuni volti resteranno… privati.
La fotografia e il rispetto della privacy: diritto d’autore e d’uso
Un’altra faccia della medaglia riguarda il ‘possesso’ delle immagini fotografiche in generale e di quelle che ritraggono qualcuno in particolare. Siamo nel campo dei diritti d’autore e d’uso.
IL DIRITTO D’AUTORE
Le cosiddette ‘opere dell’ingegno’ sono un bene prezioso.
Le immagini fotografiche, come altri prodotti creativi sono tutelate (malamente, purtroppo) da una serie di normative che attestano, di base, che l’artefice mantiene sempre (salvo accordi diversi) la paternità/maternità della propria opera. Di per sé questo non dice nulla sul valore (o sull’eventuale prezzo di vendita o cessione) di tale opera, ma consente all’autore/autrice di disporre liberamente e totalmente del prodotto della propria creatività.
Per questo qualunque utilizzo di un’opera creativa deve essere avallato da chi l’ha prodotta, con un accordo, un contratto e/o una liberatoria (di nuovo!).
IL DIRITTO D’USO
Concettualmente e operativamente differente è il diritto d’uso del prodotto dell’ingegno di qualcuno.
Pur mantenendo il diritto d’autore, infatti, l’artefice di una fotografia (o di altra opera creativa) può decidere di concedere l’utilizzo della stessa ad altri. Tale cessione (consigliabile sempre per iscritto) precisa i termini del diritto d’uso stesso: a chi concedere il proprio materiale creativo, per quanto tempo, per quale uso e a che eventuale prezzo spetta all’autore/autrice maggiorenne (o ai genitori/tutori) deciderlo.
Questo aspetto – traslato dalle fotografie ai dati sensibili – è il punto dolente che ha scatenato i recenti putiferî in rete e portato con urgenza all’adeguamento del GDPR.

Garantire la possibilità dell’anonimato a volte è essenziale. Qui la campagna #IoNonCiSto della Women in White – Society.
La fotografia e il rispetto della privacy: consapevolezza e rispetto
Se c’è una cosa che mi preme chiarire e condividere qui è l’importanza di adottare, anche nel quotidiano e – soprattutto – nei riguardi di eventuali minori a noi affidati, buone pratiche relative all’immagine personale di ciascuno.
Per me come fotografa è essenziale raccontare per immagini e, essendo una fotografa di eventi, unioni e ritratti, lo è raccontare tramite immagini di persone!
Tuttavia, per me come individuo, è fondamentale che le persone fotografate siano totalmente a proprio agio e concordi nella co-creazione dell’immagine di sé che andrà (o meno) nel mondo.
Lo spiegavo, di recente, a uno splendido cerchio di donne, riunite per celebrare un sodalizio, che è rapporto, relazione, unione, vincolo. Esattamente come il rapporto (speciale!) tra fotografa/o e modella/o.

La fotografia è un sodalizio. Qui Con la primavera nel cuore (in cerchio con María Eugenia Carmona Doula)
Scrivevo loro…
Per una fotografia libera, consapevole e rispettosa.
Insieme.Ciascuno di noi, sempre, ha diritto di scegliere circa la pubblicazione della propria immagine riconoscibile.
Questo significa che chiunque deve dare esplicito consenso all’utilizzo di immagini che la/lo riguardano, in base ad accordi chiari, comprensibili e condivisi.
Significa però anche che le fotografie di cui si parla sono fotografie in cui le persone siano riconoscibili ed essenziali per l’immagine stessa: possono invece essere utilizzate senz’altro foto di dettagli (mani, piedi, schiene…), di visi irriconoscibili (perché tagliati o sfocati) o di gruppi pubblici in cui nessuno sia protagonista indiscusso dell’immagine.
Inoltre (e ve lo dico affinché lo sappiate, anche nelle situazioni in cui siate voi a fotografare altri), sappiate che è sempre possibile scattare fotografie anche ad estranei o senza consenso (salvo a soggetti coperti da segreto militare :-)), non però pubblicarle, salvo avere il consenso dei soggetti riconoscibili ritratti.
[…] In ogni caso, potrete sempre gestire liberamente il vostro consenso, anche dopo averlo dato.

«Guarderò attraverso la finestra dei tuoi occhi per vedere te.» Frida Kahlo
La fotografia e il rispetto della privacy: attraverso i miei occhi
In generale e sempre, io sono grata a chi, affidandosi al mio sguardo, vorrà concedermi la piena liberatoria all’utilizzo della propria immagine fotografica. Al contempo, qualsiasi decisione prendiate, sarà sempre rispettata in toto e mai giudicata!
Voi non preoccupatevi di nulla: godetevi ogni occasione fotografica che vorrete concedervi con me in piena partecipazione: avrete modo di controllare le immagini poi e di avere – sempre – l’ultima parola al riguardo!
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