All’inizio di gennaio 2021 ho incontrato i ragazzi e le ragazze delle III medie (secondarie di primo grado) di Cernobbio e Maslianico. Grazie alla mediazione di Debora Candian (Like Lake Como) e alle insegnanti di lettere e arte, si è potuta svolgere la visita guidata a distanza, via Meet, di Indicibile, che si completerà con il laboratorio L’immagine e il volto. Ecco alcune delle riflessioni emerse dalla classe di Maslianico. A me hanno lasciato senza fiato!
Tutte le mie risposte alle e agli studenti di Maslianico sono QUI.
Gentile Alle,
a me personalmente della sua mostra ha colpito molto come sono state fatte le opere, all’inizio a me i volti sembravano fatti al computer, poi lei ci ha svelato che erano diverse fotocopie dello stesso volto modificate una ad una, tutte in modo diverso.
A me è piaciuta molto.
Angelica
Buongiorno,
le scrivo una mail per ringraziarla per aver presentato a me e ai miei compagni la mostra contro la violenza sulle donne; la ringrazio perché per me questa mostra è stata molto significativa e mi ha insegnato molto su questo argomento.
Mi hanno colpito molto le opere che lei ha fatto perché fanno pensare e lasciano spazio all’interpretazione personale, ognuno infatti può dire ciò che l’immagine significa per lui. A scuola, infatti, ci siamo confrontati su alcune immagini e sono state date differenti interpretazioni.
Alcune opere che ha fatto sono difficili da capire e mi ci è voluto un po’ di tempo per interpretare il loro significato, mentre di altre, ancora oggi, mi sfugge il significato. Ad esempio di questa [Senza rancore]: non sono riuscito a coglierne il significato, potrebbe spiegarmelo lei per favore?
Ciao Luca, l’opera Senza rancore di cui mi chiedi vuole essere una rappresentazione sarcastica del detto «mettiamoci una pietra sopra», spesso accostato a un rappacificamento non proprio pacifico: le pietre seppelliscono, mica guariscono, no?! Alle
Sono anche pienamente d’accordo con la spiegazione che ha dato della parola ‘arte’, perché se un’opera non suscita domande ma è solo bella risulta esclusivamente una decorazione. Posso proprio dire che per me la sua è arte, in quanto le sue opere sono significative e hanno suscitato interpretazioni diverse, domande e curiosità.
Infine avrei una domanda da porle: come le è venuta l’idea delle opere?
Grazie ancora per averci mostrato la sua esposizione ‘virtuale’!
Luca
Come mi è venuta l’idea delle opere? Bella domanda, ma difficile… Nell’insieme, l’idea di base della serie ha richiesto lunghi mesi di riflessione; la realizzazione delle singole opere, invece, pochi minuti ciascuna! Una volta trovata l’idea (che nasce dallo studio e dalla ricerca, tipo per accumulo: studio, studio, studio… e poi a un certo punto le cose vanno insieme, si creano connessioni nuove, emergono rapporti inediti tra parti diverse e – tac! – a un certo punto la vedi, l’idea!)… dicevo, una volta trovata l’idea, poi la sua realizzazione è stata… travolgente. A te è mai capitato qualcosa del genere? Alle
Volevo ringraziarla riguardo alla mostra e dirle che ha tutta la mia stima.
Non penso sia stata molto semplice farla, né ‘materialmente’ né emotivamente, infatti vedendo quante vittime di violenza ci sono mi sono venuti i brividi.
Dell’esposizione mi è piaciuto tutto, particolarmente il modo in cui lei l’ha realizzata fotografando dei cartelli pubblicitari e, in modo virtuale, mettendoci sopra al posto delle pubblicità le immagini da lei create.
La mia locandina preferita è stata Sei un tesoro; mi ha colpita parecchio. Mi è piaciuta molto la raffigurazione dell’ostrica posata sul viso della donna: all’interno di un’ostrica generalmente troviamo la perla, che sarebbe in questo caso il ‘tesoro’, però qui non c’è.
Questo fa capire quanto la gente anche con un complimento possa essere ironica, perché quel «sei un tesoro» senza la perla nell’ostrica è inteso come una presa in giro, un insulto.
Ritengo tutto quello che lei ha fatto molto utile e di insegnamento soprattutto per quelli che fortunatamente non hanno subito violenze, per far loro capire cosa potrebbe venir detto durante uno di questi momenti. Spero di aver inteso quello che lei voleva far capire a noi con questa mostra virtuale.
Grazie dell’ascolto, cordiali saluti
Cristina
Buongiorno,
volevo solo dirle che mi è piaciuta davvero molto la sua mostra e che mi piacerebbe che lei coltivasse questa passione, facendo altre Opere, non solo sulla violenza sulle donne, ma anche su altri temi, ad esempio sull’inquinamento e le conseguenze che porta sul nostro Pianeta, ma sono sicura che qualsiasi cosa lei faccia sarà bellissima, perché dietro queste Opere c’è una persona che ama l’arte con tutte le sue più piccole sfaccettature.
Nella sua mostra mi sono piaciute tutte le Opere che ho guardato una ad una con molta attenzione, cercando di individuarne il senso… in alcune è stato piuttosto semplice, in altre ho dovuto fare molta attenzione ai particolari che a primo impatto non saltano molto all’occhio; facendo questo procedimento ho trovato in alcune Opere più di un senso, questo fa capire veramente che lei è una vera artista.
Il quadro che mi ha colpito di più è quello dove è raffigurata un’ostrica vuota sul viso della donna (cioè lei) con su scritto «Sei un tesoro»; questo quadro mi è rimasto impresso nella mente più di tutti, mi ha fatto pensare molto. Ciò che ho capito io è che un uomo dice alla donna con ironia che è un tesoro, ma in realtà per lui, lei non conta nulla.
So che è stata una mostra virtuale e le sono grata di avercela presentata, avrei preferito vederla a Como, per osservare meglio le Opere dal vivo e non tramite schermo, però mi è piaciuta davvero l’idea di fare una mostra virtuale, anche se per colpa di questo virus.
Mi piacerebbe essere come lei, che riesce a rappresentare con l’arte i suoi sentimenti e tutto ciò che ha in mente, perché molte volte tengo dentro tutto, magari per paura di essere criticata o magari perché sono molto timida e non riesco ad esprimere al 100% ciò che provo e perciò mi piacerebbe riuscire ad esprimermi almeno con dei disegni… ma evidentemente non ci riesco molto bene.
Dopo aver visto questa mostra qualcosa in me è cambiato, è come se mi sentissi un po’ più sicura di me, devo essere sincera, non so nemmeno io perché, ma sento che queste Opere mi abbiano cambiata in meglio. Le sono infinitamente grata!!
Buona giornata!
Sara
Sono io ad essere infinitamente grata a te, Sara! […] Dici di voler essere come me, ma io ti assicuro che è molto più interessante essere te stessa, approfondire le tue passioni, allenare il tuo sguardo, la tua mente (e la tua mano: a disegnare ci si arriva, basta farlo con continuità!) per scoprire sempre meglio chi sei ed evolvere, sempre. La pratica creativa aiuta molto in questo e tutte e tutti dovremmo ‘fare arte’ per crescere come persone (e come società). Picasso diceva che da bambini siamo tutti artisti, il difficile è rimanerlo anche da grandi: tu, voi, siete in un’età splendida e delicata… tieniti strette le tue intuizioni e vedrai che la sicurezza in te stessa crescerà e brillerà. Come un tesoro vero, custodito e amato. Non come l’ironico spregio dell’opera che hai citato! Alle
Cara Alle,
mi hanno colpito molto i tuoi quadri, soprattutto il quadro con scritto Su dritta quella schiena mi ha colpito molto perché penso che significhi che non solo la donna viene picchiata e cade per terra, ma le dicono anche di rialzarsi; è un’opera che non si dimentica.
Il motivo per cui ho scelto quest’opera è perché si capisce molto come sono trattate le donne, cioè con superficialità, sono poco rispettate e soprattutto non sono libere di difendersi.
Comunque ti ringrazio molto per l’incontro perché si capisce che ti piace molto l’arte e soprattutto vuoi far capire con le tue opere che le donne devono essere considerate e rispettate tanto quanto gli uomini, ma che spesso questo non avviene.
Elodi
Buongiorno Alle,
le scrivo per dirle che sono rimasta colpita dalle sue opere, durante una lezione a scuola abbiamo visto alcune delle sue opere e ne abbiamo parlato, è stata la lezione più interessante di quel giorno, mi sono interessata sin da subito ai suoi lavori, mi sono fatta molte domande sui quadri; per esempio, all’inizio non mi erano molto chiari i significati, poi guardandoli più volte ho cercato di dar loro una mia interpretazione.
Mi sono piaciuti tutti, ma in particolare mi ha colpito quello in cui sopra la faccia della donna viene disegnata un’impronta di una scarpa [Su dritta quella schiena], sembra quella di un uomo, io ho immaginato che l’uomo dice «su con quella schiena» perché magari la donna sta lavorando ed è stanca, allora si sdraia un attimo per riposarsi, ma lui le tira un calcio nella schiena per farla continuare a lavorare.
Il modo in cui lei espone i suoi pensieri attraverso dei quadri è molto chiaro e mi è piaciuta molto l’idea che ha avuto di mettere delle sue opere in alcune parti di Como, virtualmente però, perché da quello che ho capito non sono realmente a Como ma sono photoshoppate.
Mi piacerebbe vederle anche nella realtà però.
L’unica cosa che non mi è molto chiara è un’opera in cui la donna viene raffigurata con dei cerchi sulla faccia e con la frase «Ancora mal di testa?». Può chiarirmi il motivo dei cerchi? Mi farebbe un favore.
Grazie,
Lucrezia
Per quanto riguarda Ancora mal di testa?, di cui mi chiedi il senso, fa riferimento alla ’scusa’ che spesso una donna prova ad addurre per sottrarsi a un rapporto indesiderato (nell’immagine, gli ‘anelli’ richiamano l’«avere un cerchio alla testa», come si dice anche quando ti fa male la testa). Alle
A me è piaciuta molto sia la sua esposizione sia il modo in cui ci ha spiegato le immagini e come le ha realizzate; mi è piaciuta molto l’idea di realizzare la mostra prendendo una locandina che si vede alla fermata del bus con la cartina di Como e applicando virtualmente le sue fotografie, immagini di donne contro la violenza con delle le frasi scritte sopra.
Mi è piaciuta molto l’immagine con la scritta Ancora mal di testa?, con i cerchi sulla donna perché sembrava che lei soffrisse non per il mal di testa, ma perché lui la picchiava.
Kevin
Io amo molto le cartine: sono strumenti potenti, che descrivono il mondo e ci guidano nell’attraversarlo. Per questo ho scelto di utilizzare una mappa per affrontare il tema della mia mostra. La violenza (non solo quella sulle donne) è un argomento complesso e difficile da ‘risolvere’, ma una cartina può aiutarci a ‘navigarlo’ meglio, non trovi? Alle
Buongiorno,
volevo dirle che mi è piaciuta molto la sua esposizione virtuale perché il tema che ha scelto, quello della violenza contro le donne, ha un significato molto forte. Grazie per avermi fatto capire quello che accade tutti i giorni a una donna su tre.
Adam
Salve Alle,
le scrivo per ringraziarla dell’interessantissima video-conferenza che ci ha tenuto mercoledì 13 sulla violenza sulle donne.
Mi hanno colpito diverse cose, inaccettabili ancora nel 21esimo secolo, come ad esempio i dati e i numeri su quante donne vengono abusate e molestate ogni giorno. Ma un’altra cosa che mi ha colpito veramente tanto è una sua frase, ovvero che ancora più grave della violenza è l’INDIFFERENZA. Sono totalmente d’accordo.
Le sue opere sono tutte bellissime e piene di significato ma quella che mi è piaciuta di più è quella con scritto Il silenzio è sacro con 6 bottoni che ricoprono fronte, occhi, naso e bocca, facendo una forma a croce ed intendendo così il ‘sacro’.
Volevo ringraziarla un’altra volta per questo messaggio bellissimo di lotta contro ogni forma di violenza e spero di incontrarla di nuovo ma non ‘virtualmente’.
Arrivederci,
Radin
Il silenzio è sacro è anche una della mie preferite, perché ci costringe a riflettere su ciò che per tradizione ci insegnano a non mettere in discussione, obbligandoci spesso a tacere, anche di fronte all’ingiustizia. E questo è inaccettabile (fa male… infatti quelli che tu chiami ‘bottoni’ sono di fatto puntine!). La frase sull’indifferenza è di Liliana Segre, senatrice italiana di origini ebraiche reduce dai campi di concentramento nazisti… ma come hai inteso perfettamente tu stesso, il suo messaggio è universale e prezioso! Grazie per averlo fatto tuo. Anch’io spero di rivedervi in presenza e ‘fare arte’ insieme! Alle
Buongiorno,
volevo dirle che i suoi quadri sono stupendi, in particolare il numero 4 [Sei bella come sei]. Mi piace quest’opera perché rappresenta gli stereotipi che ha molta gente riguardo alla bellezza: molte donne, infatti, si preoccupano di sembrare belle d’aspetto, di truccarsi eccessivamente e di comportarsi in un certo modo. Inoltre questo quadro rappresenta quel velo che hanno tutte le donne, che per ‘essere belle’, devono nascondere la vera donna che è in loro. Non fanno vedere la loro bellezza interna.
Grazie mille per le opere e per l’attenzione. Complimenti ancora.
Buona giornata
Josuè
Grazie mille per il tuo commento e la tua lettura di Sei bella come sei, opera che suscita spesso attenzione. Tu ne hai colto profondamente il senso e il monito che, ti dirò di più, secondo me non vale solo per le donne! Sarà forse capitato anche a te d’essere ‘squadrato’ e giudicato unicamente per il tuo aspetto, oppure avrai notato anche tu che l’apparire spesso ci richiede più energie dell’essere. Per venire accettati e accettate, di solito. E questo è tremendo: ci mura, letteralmente, dentro noi stessi! Alle
Buongiorno,
ho visto la sua esposizione ‘virtuale’ e mi è piaciuta molto.
Mi ha colpito l’idea di sovrapporre ai cartelloni stradali le foto che ritraggono la violenza sulle donne.
Guardando queste opere mi sono reso conto che ancora oggi tante donne sono maltrattate in famiglia, nel posto dove dovrebbero essere più amate.
Questa mostra mi ha fatto riflettere su un problema di cui avevo sentito parlare ma che non avevo mai approfondito.
Tutte le opere mi hanno colpito, ma soprattutto quella denominata Perché non vai a stenderti?. Mi ha fatto impressione vedere questa donna trattata come panni da stendere: è appesa ad un filo con due mollette che le chiudono la bocca impedendole di esprimere il suo pensiero.
La ringrazio per avermi fatto riflettere e sicuramente la seguirò nelle sue prossime mostre.
Cordiali saluti
Manuel
Ho visto la sua mostra ‘virtuale’ e ho trovato originale l’idea di sostituire i cartelloni pubblicitari con le foto di donne maltrattate. Mentre le guardavo, riflettevo su un problema che conoscevo ma che non avevo mai approfondito.
Mi sembra impossibile che ancora oggi, nel 2021, ci siano donne a cui non è permesso esprimere il proprio pensiero liberamente.
Tra tutte le opere, quella che più mi ha colpito è intitolata Non smetterei mai di ascoltarti.
Certamente è difficile ascoltare una donna che ha la bocca cucita!!! Ma devo dire che anche le altre foto mi hanno fatto riflettere sul problema del maltrattamento nei confronti delle donne.
Per questo la ringrazio e, cordialmente, la saluto.
Mattia
Buongiorno Alle,
le scrivo questa mail per farle sapere che ho trovato molto interessante la sua mostra virtuale e mi sarebbe molto piaciuto se questa mostra si fosse tenuta realmente a Como.
Mi sono molto piaciute le sue opere, le ho trovate molto interessanti e soprattutto mi hanno fatto ragionare molto sull’argomento.
L’opera che mi ha fatto pensare di più è stata quella dove è presente la donna ‘Infibulata’ [Infabulazione]: ho fatto alcune ricerche a riguardo, e ho scoperto che cosa orribile è, l’ho trovata l’opera che fa più riflettere ma anche la più ‘crudele’ (scusi se uso questo aggettivo per descrivere la sua opera, ma non saprei con quale altro aggettivo descriverla).
Grazie mille per il tuo apprezzamento e la tua riflessione. Infabulazione è un’opera difficile (non sono in molti ad averla… avvicinata!): gioca sull’ambiguità dell’unione tra affabulazione e infibulazione: una ‘storia’ orribile e crudele (le parole che hai scelto sono perfette!) che vorrebbe essere taciuta ma che invece va detta e denunciata. Uno dei sottotitoli della mostra è Vedere l’invisibile per dire l’indicibile. Ecco ogni forma di violenza, discriminazione e prevaricazione (nei confronti delle donne ma non solo) andrebbe vista ed esposta per essere giudicata e portata alla riparazione (hai mai sentito parlare di giustizia riparativa?). Alle
Inoltre avrei alcune domande da farle:
non riesco a capire il significato della sua opera dove è presente la donna e la scritta «Non ne ho mai abbastanza”, vorrei sapere cosa intendesse lei con questa frase, e anche l’opera con scritto «Te lo consiglio», cosa intendeva? Può spiegarmelo?
La ringrazio per avermi ascoltato e la ringrazio anticipatamente per le risposte che mi darà.
Spero che riuscirà a fare altre mostre, questa volta dal vivo, sempre se sarà possibile.
Arrivederci
Veronica
Non ne ho mai abbastanza utilizza il doppio senso della frase per evidenziare come la passione (non solo quella sessuale) NON significhi giustificare tutto. Io posso non averne mai abbastanza dei tuoi baci, ma non per questo tu puoi chiudermi in casa o chiudermi la bocca o farmi male!
Te lo consiglio, invece, sottintende ‘caldamente’: un modo di dire che utilizza in senso positivo il riferimento al calore. In una relazione tossica, invece, il ‘troppo calore’ brucia. Purtroppo anche letteralmente. Di qui la denuncia della mia opera.
Come sai, però, questi miei sono solo spunti; ogni opera vive della riflessione che ciascuno e ciascuna ne fa. Grazie per la tua! Alle
Le sue opere a me sono piaciute veramente tanto, vorrei che lei ci parlasse e ci mostrasse molte altre sue opere, perché sono belle e sono molto creative. Spero che lei voglia tornare a presentarci le sue opere presto.
L’immagine che mi ha colpito di più è quella della donna con i cerotti [Fatti curare] e mi fa pensare al fatto che le donne vanno protette e rispettate.
Un grande saluto.
Federico
A proposito di Fatti curare, immagine che è piaciuta molto anche a una mia amica psicologa e psicoterapeuta che della cura ha fatto il suo lavoro, sono d’accordo con te sul fatto che le donne vadano rispettate (ma anche gli uomini, non trovi?). Quanto alla ‘protezione’, ti propongo una riflessione: secondo me è meglio prendersi cura delle persone (e di sé) piuttosto che proteggerle, meglio stare al loro fianco e combattere insieme, piuttosto che prenderle in braccio e ‘salvarle’… Perché in un caso c’è rispetto e pari dignità, nell’altro c’è superiorità e condiscendenza. Se ci pensi, non vale solo per le donne, ma anche per bambini e bambine o per i giovani: pensare di proteggervi è pensarvi inferiori. E per me non è così. Tu cosa ne pensi? Alle
Buon giorno Alle,
la sua esposizione sulla violenza contro le donne mi è piaciuta molto, mi hanno colpito tutte le foto. L’idea che mi è piaciuta di più è stata quella di mettere le foto come cartelloni in giro per Como virtualmente. La ringrazio per questa esposizione che mi ha fatto riflettere molto sul tema della violenza contro le donne, perché ci sono molte donne o ragazzine che vengono molestate o picchiate.
Martina
Buongiorno Alle,
io non ho assistito alla sua videoconferenza, ma ho potuto osservare i suoi quadri e ho capito che riguardano il grande problema della violenza sulle donne. Ogni quadro ha un significato particolare e molto forte.
Il quadro che più mi ha impressionato è quello che ritrae il volto di una donna ‘incartato’ con la scritta «Io prendo te», come se la donna fosse un oggetto che un uomo possiede e che quando è stanco può buttare. Io spero che tutto questo un giorno finisca e che le donne possano essere libere.
Grazie per questo messaggio.
Tommaso
Spero che questa mostra, seppur virtuale, possa far riflettere molte persone
Buongiorno Alle, sono Simone.
Innanzitutto la ringrazio per la sua esposizione virtuale sul tema della violenza sulle donne, che presenta la dura vita che 1 donna su 3 fa, subendo violenze, molto spesso domestiche. A volte questa cosa è sottovalutata: nei periodi anche di pandemia, come stiamo subendo, non se ne sente spesso parlare. Quando eravamo in classe la prof ci ha fatto vedere le sue opere, tutte mi hanno colpito, ma una in particolare, quella dove la sua foto è racchiusa in una fede e c’è la scritta «Io prendo te», perché è una frase che si dice quando si celebra il matrimonio, ma anche quando un uomo picchia una donna. Un’altra cosa che mi ha colpito è il fatto che la sua mostra non è reale, ma l’ha realizzata ‘virtualmente’, prendendo dei cartelloni a Como e trasformandoli, inserendo le sue opere. Infine un’altra cosa che mi ha colpito è la sua spiegazione su cosa significa fare arte e che l’arte per lei offre a tutti la possibilità di esprimersi in modi diversi. La ringrazio ancora e spero di vederla di nuovo.
Buona giornata.
Simone
Buongiorno.
Volevo fare un commento sulla sua bellissima mostra.
Mi è piaciuta molto e secondo me è stata un’idea molto originale realizzarla in modo virtuale.
Questa mostra devo ammettere che mi ha emozionato molto ed è una mostra a parer mio molto significativa. Le opere sono molte belle e fino ad ora non ne avevo mai viste di simili, mi trasmettono molte emozioni.
Una caratteristica delle opere che mi piace particolarmente è che ognuno le può interpretare come più crede e questa cosa mi piace molto.
L’opera che mi è rimasta impressa e che più mi ha colpito è quella con la scritta «Io prendo te» dove viene raffigurata una donna con un anello alla gola.
Ogni singola opera fa riflettere e io grazie a questa mostra ho riflettuto tanto e per questo la ringrazio.
Isabelle
La ringrazio per avermi dato la possibilità di conoscere la sua arte in questa forma molto moderna.
Ammetto che alcune immagini non sono state così facili da interpretare e, proprio per questo, hanno richiesto tempo e riflessione. Mi ha particolarmente colpita quella che riporta «Nessun Problema». Mi sembra rappresenti l’atteggiamento tipico di chi è vittima di violenza che tende generalmente a nascondere il problema a se stesso e agli altri. Quasi come se se ne vergognasse e ne avesse una colpa. Agli occhi degli altri è quindi tutto a posto, ma la vittima dentro è a pezzi, proprio come nell’immagine.
La difficoltà nell’interpretare alcune sue rappresentazioni mi ha permesso di fermarmi a riflettere su un argomento così importante e serio come la violenza sulle donne.
È un argomento scomodo di cui spesso si preferisce non parlare e lo si lascia confinato alle mura domestiche. Generalmente si affronta il problema dopo che è avvenuta una tragedia ed è ormai troppo tardi per aiutare chi ha attraversato questo dramma. Se se ne parlasse di più, come abbiamo avuto modo di fare grazie alla sua mostra, forse più persone prenderebbero consapevolezza del problema e, chi ne soffre, avrebbe meno paura a chiedere aiuto.
Credo quindi che lei abbia raggiunto il suo scopo.
Grazie per il tempo che ci ha dedicato e per aver condiviso con noi le sue opere.
Cordiali saluti,
Emma
A voi tutte e tutti il mio augurio di continuare a splendere, sempre!
Facendovi domande, cercando e scoprendo sempre nuove cose, condividendo e collaborando per un mondo migliore. Il vostro.
E che la pratica artistica possa essere sempre un’ispirazione e una cura.
#StayFocused #StayBright
Tutte le mie risposte alle e agli studenti di Maslianico sono QUI.
È stato per me davvero speciale dialogare con loro: che sensibilità, nevvero?!
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