Di seguito una sbirciatina al lavoro svolto grazie al laboratorio L’immagine e il volto con le splendide terze dell’Istituto Comprensivo Scalabrini di Fino Mornasco. Grazie a tutti e tutte.
L’immagine e il volto di chi ha 13 anni
AITO 2021 – L’immagine e il volto from allebonicalzi.com on Vimeo.
Dagli incontri, dai lavori prodotti e dalle risposte collezionate, tre sono le cose che mi hanno molto colpito e di cui, personalmente, farò tesoro.
- La serietà e la qualità dell’ingaggio che ragazzi e ragazze di 12-13 anni sanno mettere in gioco nei confronti di qualcosa che ritengono di valore.
- La splendente bellezza della diversità: dei punti di vista, delle emozioni, delle riflessioni, del gradimento.
- La paura di non fare ‘giusto’… come se sbagliare non fosse un loro diritto. Invece lo è!
Dal questionario anonimo che ho chiesto loro di compilare dopo i nostri incontri e il lavoro fatto insieme.
LA VISITA ALLA MOSTRA
Quale opera ti ha colpito di più e perché?
Tutte le opere mi hanno colpito veramente tanto, e faccio i miei complimenti alla signora Alle Bonicalzi!
L’opera che dice Per non dimenticare mi ha spezzato il cuore perché mi ha fato pensare alla violenza sulle donne.
Il silenzio è sacro è molto significativa perché le donne sono spesso costrette a tenere tutto dentro.
L’opera che mi ha colpito di più è: Non sempre lucidamente, perché essendo una ragazza capisco bene cosa voglia trasmettere l’opera e so anche che non è così.
Mi ha colpito di più Mi piace tutto di te perché è come se qualcuno mi ‘amasse’ per così come sono.
Mi è piaciuta di più l’opera accartocciata con scritto Non fa una piega perché è molto bella.
L’opera con la bocca cucita [Infabulazione] perché tutte noi donne siamo nate libere e nn vincolate.
Molto espressiva.
Quella con l’ago e il filo (Infabulazione), non so perché ma tra tutte quante mi ha attratto.
Il viso con la bocca cucita.
Quella con la bocca cucita [Infabulazione], perché mi ha fatto pensare a quante persone, principalmente donne, sono messe a tacere.
Quella stropicciata [Non fa una piega].
Mi ha colpito quella che dice Almeno c’è un po’ di gioia perché sopra al volto ha un pezzo di scotch con un finto sorriso, come per dire che certe volte si finge di star bene.
L’opera che mi ha colpito di più è Non c’é nulla da nascondere perché se sei una donna, noi hai nulla da nascondere, sei già perfetta come sei nonostante tutti i piccoli difetti che potresti avere.
Quella con l’anello intorno al collo [Io prendo te].
La foto Io prendo te perché il laccio legato in quel punto mi ha permesso di immaginare la sofferenza della vittima.
Quella della ragazza che ha un nastro legato al collo [Io prendo te] perché mi è piaciuto molto il messaggio.
Non saprei scegliere, avevano tutte un significato profondo.
Vedi di darci un taglio. Perché per me ha un significato molto forte.
L’opera che mi ha colpito di più è Vedi di darci un taglio perché mi è piaciuto molto il disegno.
Mi ha colpito di più l’opera in cui l’immagine della donna aveva una forbice in faccia con scritto Vedi di darci un taglio perché mi ha fatto riflettere. Mi è piaciuta meno, invece, quella in cui la donna ha gli occhi coperti e le chiedono se si vede [Ma ti sei vista?].
Quella Bella ma rifatta perché se una donna è rifatta non vuol dire che non debba essere rispettata anzi è stata una sua esigenza personale quella di rifarsi e quindi dovrebbe essere rispettata anche alla stesso modo e non ‘presa in giro’.
L’opera che mi ha colpito di più è quella dove c’è una valvola idraulica sopra la bocca della donna perché, grazie alla scritta in rosso Valuta tu se è il caso, secondo me ha mandato il messaggio contro la violenza sulle donne in modo molto forte.
Valuta tu se è il caso. Quest’opera mi ha colpito perché sulle labbra della donna è presente un rubinetto come se dovesse essere autorizzata a parlare da qualcuno e questa cosa non è giusta perché tutti hanno il diritto di esprimere le proprie idee nel momento che ritengono più opportuno.
L’opera dove davanti alla bocca ha lo scotch, e c’è scritto Sulla bocca di tutti, il motivo è molto semplice: mi ha fatto ragionare sul fatto che molte volte, per come ci vestiamo o comportiamo, siamo sempre sulla bocca di tutti, non sempre in senso negativo, ma alla fine, da occhi esterni, sembra.
Non c’è un’opera che non mi sia piaciuta, hanno tutte un significato profondo che va capito e se non si capisce sarà difficile arrivare a capire il vero significato di tutto questo.
Per me non c’è un opera più bella o più significativa, perché a loro modo sono tutte belle, ed ognuna di queste opere ha da esprimere e insegnare qualcosa.
Secondo te di chi è la ‘voce’ riprodotta tramite le frasi stampate in rosso sulle immagini?
Non saprei, magari della società.
Credo che la ‘voce’ sia della gente che ‘osserva’ distaccata una possibile scena di violenza, un insulto o un certo comportamento, e non fa altro che giudicare e commentare.
Dell’Autore.
Di vittime della violenza sulle donne.
Tutte le donne che hanno subito violenza.
L’artista.
Una voce triste e non compresa.
Sono le frasi che gli altri ti dicono.
Secondo me la voce è delle immagini stesse perché attraverso le immagini si capisce quale significato la persona vuole dare ad ogni immagine che viene riprodotta.
Di un uomo /marito.
Una persona che intrappola la donna.
La voce di tutte le donne che subiscono violenze.
Della ragazza presente nelle foto.
Dalle persone che circondano la donna delle immagini.
Alcune parole sono dell’aggressore, altre della vittima stessa.
Uomini, violentatori o comunque tutte quelle determinate persone che fanno violenza.
Secondo me è la voce del violentatore.
Di un uomo che si crede superiore alla donna.
Il ‘marito’.
La voce di chi pensa di aver ragione.
La ‘voce’ è quella di un uomo, ovvero il coniuge della protagonista.
La voce nelle opere è di tutte le persone non solo di una fascia particolare.
Di una persona che prende in giro le donne.
Secondo me è di chi agisce, ma talvolta anche di chi subisce.
Ti è piaciuta la mostra? Perché?
Si, apprezzo molto l’impegno che ha messo la signora Alle per realizzarla, mi è piaciuta perché mi ha fatto riflettere.
Si, mi ha fatto riflettere.
Sì, la mostra mi è piaciuta molto perché ha fatto risaltare delle ‘voci’ di cui tutti eravamo consapevoli dell’esistenza ma tendevamo a nascondere e mettere da parte.
Mi ha colpito molto e mi è piaciuta tanto perché ha trattato un argomento importante.
Sì, perché era fatta bene e molto creativa.
Sii mi è piaciuta molto perché fa capire molte cose.
Sì mi è piaciuta perché esprime tante emozioni.
Mi è piaciuta perché c’erano dei lavori stupendi e perché pur non essendo dal vivo ti fa sentire emozione.
Sì, perché ti fa vedere le cose in modo diverso dal solito.
Mi è piaciuta perché è un argomento a cui molti non fanno caso ma invece è molto importante e brutto… Quindi parlandone attraverso qualcosa di diverso potrebbe essere una via per qualcosa di migliore.
Si mi è piaciuta molto perché fa capire l’importanza del rispettare le donne.
Si mi è piaciuta perché non è come le solite mostre che si vedono per esempio in tv tutti i giorni.
Mi è piaciuta perché abbiamo fatto una cosa alternativa che aiuta a riflettere.
Sì, perché è importante ricordare che la violenza esiste.
La mostra mi è piaciuta molto perché ha trasmesso il messaggio che voleva mandare anche se qualche opera non l’ho ben capita.
Molto, perché questi sono argomenti di cui si dovrebbe parlare più spesso anche se purtroppo non è così.
Si molto. Le opere sono molto belle e molto caratteristiche.
Sì più per il fatto che fa ragionare su molte cose, di cui magari noi non ci rendiamo conto.
Sì mi è piaciuta perché mi ha fatto riflettere molto.
Mi è piaciuta la mostra e a parer mio è stata molto illustrativa e completa. Mi ha fatto riflettere sulla mia persona.
La mostra è stata carina perché si è valorizzata l’importanza della giornata contro la violenza sulle donne.
Si, perché mi ha fatto vedere la realtà da una prospettiva in po’ più ampia, con più dettagli.
È molto importante ciò che esprime e come lo esprime.
Cosa avresti fatto di diverso o che cosa ti aspettavi e non hai trovato?
L’incontro online è stato di mio gradimento e io mi aspettavo la solita spiegazione sulla violenza invece è mi ha stupito.
Mi è piaciuto e non avrei cambiato nulla.
Mi è piaciuto moltissimo l’incontro online sulla mostra e non avrei fatto di diverso.
Si, direi che è stato abbastanza carino l’incontro e non mi aspettavo qualcosa di diverso.
Sì, l’incontro mi è piaciuto. Pensavo di lavorare anche sull’aspetto interiore oltre che a quello esteriore ma è stata comunque una bellissima esperienza.
Mi è piaciuta molto così non avrei cambiato nulla.
Mi aspettavo che avremmo disegnato sopra le immagini a nostro piacimento [nel laboratorio].
Si mi è piaciuta, anche per fare qualcosa di diverso ma allo stesso tempo con un senso.
Nulla [è mancato].
Sì, ma non mi aspettavo che poi quando sarebbero venuti avremmo fatto lo stesso con le nostre foto.
L’incontro online è stato molto interessante e secondo me tutte le opere insieme mandano in modo chiaro e forte il messaggio contro la violenza sulle donne, infatti, non cambierei niente.
Alcune immagini ci ho messo un po’ a capirle, perciò magari si potrebbe scrivere qual è il messaggio che si vuole mandare con quelle immagini.
È stato molto bello riuscire a capire veramente il lavoro dietro, e come è stato fatto, mi aspettavo quello che è successo alla fine non avevo troppe aspettative.
Sì mi è piaciuto e non avrei cambiato nulla.
Si, mi è piaciuto. Credevo vedessimo le opere realizzate insieme.
L’incontro mi è piaciuto e non cambierei niente di quello che ho visto.
LA PARTECIPAZIONE AL LABORATORIO
Mi è piaciuto molto perché penso che ci abbia fatto riscoprire e ci siamo anche potuti vedere da altre prospettive, e almeno personalmente non mi aspettavo di essere così da altri punti di vista.
Cosa ti ha interessato o sorpreso di più delle attività svolte?
1. La supersimmetria
Mi ha interessato particolarmente perché ci ha fatto vedere che pure nelle nostre imperfezioni siamo belli.
È quella che mi è piaciuta di più perché con un unico volto abbiamo scoperto due facce di noi stessi.
Questa è stata in assoluto la mia preferita perché assemblando alla fine ho scoperto che i nostri lati sinistro e destro messi in contrapposizione sono diversissimi e in certi casi non sembriamo nemmeno più noi.
Mi è piaciuto perché abbiamo riso con i compagni dopo che abbiamo visto i risultati.
Mi ha sorpresa perché credevo di essere simmetrica ma invece no.
Molto interessante.
Quanto una cosa semplice ti sorprende.
È stato sorprendente vedermi così. Ma è quello che mi è piaciuto meno perché non mi aspettavo di essere così, in quel modo.
Il fatto che nessuno normalmente è perfetto e che se non lo siamo ma va bene comunque.
Perfettamente imperfett*. È un nuovo modo per scoprire se stessi.
Mi ha insegnato che l’asimmetria non è un errore.
Questo è quello che mi è piaciuto di più, perché mi ha colpito molto.
Mi ha sorpreso di più la supersimmetria.
La simmetria mi ha sorpreso perché non pensavo che le nostre facce potessero cambiare così tanto.
Questa attività mi è piaciuta molto, molto divertente. È il lavoro che mi ha interessato di più.
Mi sono resa conto che vogliamo sempre essere qualcun altro, ma alla fine siamo cosi come siamo.
Di questa attività mi ha sorpreso il fatto che da come noi ci vediamo può cambiare tutto.
Mi ha colpito che per una volta siamo riusciti a dar risalto e ha focalizzarci su un lato di noi.
Mi ha sorpreso molto la supersimmetria perché ho scoperto un’alternativa del mio volto molto divertente e non simmetrica.
Mi è piaciuta di più la supersimmetria perché ho ‘scoperto’ una parte di me che non immaginavo così.
2. La tessitura
La tessitura è stata l’attività che mi è piaciuta di più perché è quella in cui mi sono divertita di più e inoltre sono stata soddisfatta del risultato.
Mi è piaciuta perché era molto bello vedere come ci siamo ricomposti.
Molto particolare e non ci avevo mai provato a fare una cosa simile e mi ha stupito.
Bella ma un pochino complicata.
Non mi aspettavo mai un lavoro così.
Mi ha sorpreso il fatto che dopo aver tagliato/strappato due foto identiche, magari abbastanza ugualmente, venga fuori una cosa completamente diversa.
Interessante ma non mi ha entusiasmato.
La tessitura è quella che ho preferito di più rispetto alle altre, però anche le altre erano belle. Ho preferito la tessitura perché mi piaceva il modo con cui dovevo modificare il mio volto.
Mi ha sorpreso perché non avevo ma fatto una ‘tessitura’ con un foglio di carta.
Quest’attività non mi ha colpito particolarmente. Non mi è piaciuto il risultato ottenuto.
È stato il più bello da fare.
Molto interessante; solo che io non ho molta pazienza quindi per me questo lavoro di intrecciare una a una le strisce di carta non mi ha fatto sentire proprio a mio agio come durante gli altri due lavori. Nel complesso molto bello soprattutto l’effetto ottico finale.
Era difficile incrociare i fogli.
Qui ti rendi conto che alla fine se cadi a pezzi, sarà difficile provare a tornare ad essere se stessi.
Di questa attività, invece, mi ha interessato il metodo con il quale l’abbiamo svolta.
3. Il puzzle
Difficile ma stupendo.
Questo è stato il mio preferito perché l’ho potuto interpretare in tanti modi diversi.
Mi è piaciuto perché era un modo per inventare come fossimo stati se non eravamo come siamo ora.
Bello e quello che ha richiesto più tempo e poi secondo me anche quello più bello.
Mi è piaciuta molto perché è stato molto bello. Dover sistemare i pezzi è stato divertente.
Molto divertente.
È stato bello perché abbiamo potuto creare noi un immagine.
Devo ancora finirlo per problemi tecnici 🙂 però è molto interessante.
Il puzzle perché è strano vedere la propria faccia a pezzettini.
Ricreare l’immagine è stato interessante.
Secondo me il puzzle è stata la parte più significativa del laboratorio.
Lavoro molto bello. Quasi come la supersimmetria.
Qui sembra un po’ che devi ritrovare te stessa, la persona che si è persa nel tragitto senza rendersene conto.
Di questa attività mi ha interessato il fatto che a prescindere da come ‘mischiamo’ i pezzi, siamo comunque noi e ci possiamo riconoscere.
Mi ha fatto pensare, a quando siamo distrutti per colpa di qualcuno e il collante che ci riunisce sono le persone importanti che ti voglio realmente bene.
Il puzzle è un’attività in cui mi sono divertito a strappare e ricomporre la mia immagine su un foglio.
Che cosa hai imparato? Cosa hai scoperto di nuovo su di te?
Anche dopo aver tagliato e strappato [la mia immagine] sono sempre riuscita a ricostruirmi e, cosa più importante, a piacermi. Grazie.
Che sono bella anche con le imperfezioni.
Che la bellezza si trova dentro e non fuori e che pensavo di essere uno a cui non piacciono questi laboratori ma poi ho avuto dei ripensamenti.
Che devo piacermi di più per come sono.
Non devo essere perfetta.
Che l’arte sembra un argomento che nn mi interessa ma infondo mi appassiona molto.
Devo credere di più in me stesso.
Che con 2 parti uguali sono molto bello.
Ho scoperto che ci sono molti modi di vedere una persona.
Che in ogni modo vado bene comunque e che devo farmi sentire e non comandare (essendo donna).
Che con una piccola modificazione sul viso, può cambiare tutto.
Ogni nostro minimo dettaglio, anche quello meno visibile è importante e completa quello che sono.
Che se avessi la faccia perfetta non sarei come mi aspettavo.
Che dovrei imparare ad apprezzare la mia unicità.
Mai dire che siamo [tutti e tutte] uguali perché il nostro stesso viso è diverso: accettiamoci!
Ho scoperto di avere una faccia simmetrica e che per essere belli non è necessario essere normali.
Mi devo accettare per quello che sono perché siamo tutti diversi, tutti belli.
Per quanto io possa non piacermi cosi, ci sarà sempre una parte di me che mi piacerà e che devo accettare.
Devo vedermi con i miei occhi e non con quelli degli ‘altri’, quindi non devo pensare al giudizio altrui.
Ho scoperto che sono una persona che vuole scoprire tutto su di sé, ma che allo stesso tempo fa fatica a farlo.
La parte divertente del mio volto.
Ho scoperto che le mie due parti del viso sono molto più diverse tra di loro di quanto immaginassi.
Ora so di avere più ‘facce’ di quante ne conoscessi!
Un grazie speciale va a Concetta Cannataro e alla prof. Linda Fiumara, le coordinatrici didattiche che hanno fortemente voluto portare il mio sguardo in questa scuola e lo hanno fatto.
E grazie a Raffaella Piatti, dirigente dell’Istituto Comprensivo di Fino Mornasco, che ha voluto accogliere l’idea di donare il laboratorio alle famiglie.
Che bel fare cultura. Insieme!