Servono, e ne servirebbero molte di più, di mostre così. Di quelle che ti sorprendono come una doccia gelata, capaci di stupire quando crediamo di aver già visto tutto, di non essere noi quelli che si fermano alle apparenze senza farsi troppe domande.
(Chiara Taiana – ComoZero)
Esistono perché sono foto vere in spazi veri ma uniti digitalmente […] il solo fatto che io le veda, anche solo online, e che mi facciano riflettere le rende reali.
[…] Le immagini, visibili sul sito dell’artista, grazie a un cursore trasformano angoli della città a noi familiari in un potentissimo pugno allo stomaco e raccontano quello che davvero è indicibile. Non la violenza contro le donne e la paura che molte ancora hanno di chiedere aiuto. Troppo facile autoassolversi così, solo perché la mano che picchia non è la nostra, e non è colpa nostra se lei non ha avuto il coraggio di scappare. Perché il vero cortocircuito è quello di chi vede ma tace o, peggio ancora, “l’indicibile è l’indignazione di fronte al silenzio mortifero di un’intera società che osa chiedere conto alle vittime invece che ai carnefici”, conclude Alle.
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