Non è solo virtuale l’esposizione che la fotografa Bonicalzi inaugura in occasione della giornata del 25 novembre. Una serie di immagini in mixed media nate per dare voce a chi non ce l’ha e per rendere visibile l’invisibile.
(Alessia Roversi – Diogene, La Provincia)
È bello quando un’intera città accoglie un progetto comunicativo ed è importante quando lo fa destinando lo spazio pubblico a manifestazioni artistiche capaci di smuovere chi osserva, di chiamare in causa chiunque e sollevare domande.
È vitale, letteralmente, quando un’intera collettività si espone per chi è più debole, vittima innocente.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (domani, 25 novembre), Como si desta tappezzata dalle immagini e dal messaggio di INDICIBILE: la serie fotografica in mixed media realizzata da Alle Bonicalzi, fotografa, filosofa e formatrice, per dare voce alle vittime di violenza domestica.
Piazza san Rocco, Viale Innocenzo, Porta Torre, Viale Lecco, le stazioni ferroviarie, il lungolago da Villa Geno al limitare di Tavernola, ma anche via Volta, piazza San Fedele e piazza del Duomo si fanno portavoce di un unico messaggio: dire l’indicibile, denunciare l’abuso, sostenere chi non ha voce. Temi urgenti, oggi più che mai date le condizioni di ‘reclusione casalinga’ imposte dalle circostanze.
E se non è stato possibile farlo ‘davvero’, lo si è fatto comunque.
«Virtuale è reale, oggi più che mai – racconta l’autrice del progetto – ma io aggiungo che questo è vero se viene condiviso!»
INDICIBILE doveva essere esposto in presenza sia a Como sia a Milano, ma l’attuale emergenza sanitaria e le disposizioni ministeriali non lo hanno reso possibile.
«Ed è allora che ho avuto l’idea – continua Alle Bonicalzi – se non posso esporre né dentro né fuori e se comunque nessuno avrebbe potuto vedere le opere, io lo faccio lo stesso: con il supporto delle tecnologie digitali, certo, ma rendendo poi l’evento davvero esperibile, tramite i media (giornali, radio e social). In questo modo l’intera operazione si riconverte in realtà. Non solo, quindi, dire l’indicibile, ma vedere l’invisibile.”
E questo è un processo davvero interessante, perché stabilisce una sorta di responsabilità del virtuale sul reale e viceversa. Una responsabilità che deve essere estesa anche al tema che sta alla base dell’intera serie fotografica esposta: non è che se non la vedo, la violenza esiste meno. E se la subisco o ne sono testimone, devo poter denunciare. In sicurezza.
Per richiedere aiuto e sostegno in caso di violenza subita o assistita,
c’è sia il numero verde nazionale 1522
sia il Telefono Donna di Como (031 304585).
Visite guidate gratuite per le scuole secondarie
(di primo e secondo grado):
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