
MISERERE VOBIS
Reduce dall’essere stato esposto di recente a Milano, presso il Pacta Salone dei Teatri, ecco Miserere Vobis. Un trittico ‘trinitario’ e sovversivo. Per una prospettiva nuova sul corpo e sul sangue delle donne (e non solo).
La poesia, come tutta l’arte, ha una funzione trinitaria: creativa, redentiva e santificante.
È creativa perché prende le materie prime del fatto e del sentimento e le trasforma in ciò che non è né fatto né sentimento. Redentiva perché trasforma il dolore, la bruttezza della vita in gioia, bellezza. Santificante perché dà al transitorio una forma relativa di significato.Vassar Miller
Le tre fotografie sono state realizzate in presa diretta, tramite una forma di light painting (letteralmente ‘pittura di luce’) che consiste nella lunga esposizione del soggetto, alla luce naturale. Il risultato è la vibrazione vitale dei corpi, in una direzione apparentemente contraria allo specifico fotografico (il momento decisivo tanto mitizzato): la sessione di scatto si dilata nel tempo; il soggetto respira e vive l’esperienza fotografica; l’immagine finale freme.
Una dinamica e un’estetica che, per me, ben si prestano a dare corpo e luce a temi urgenti quali quelli relativi al diritto di essere persona, integra, sempre.
Un diritto troppo spesso messo in discussione, sul corpo delle donne ma non solo. Un diritto che va affermato, difeso e nutrito sistematicamente, giorno dopo giorno, a partire da qui. Ora.




Pacta – Salone dei Teatri (Milano, 16-31 marzo 2019)
MISERERE VOBIS – Questo mio corpo questo mio sangue
Sovvertire una prospettiva.
Realizzata per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre), questa serie nasce da una riflessione sul tema dell’innocenza.
Per definizione ‘non colpevole’, l’innocente non ha commesso alcun male ma, spesso, lo subisce a causa della sua stessa ingenuità, del suo candore.
E si fa vittima immolata alla ‘divinità’: domestica, del padre-padrone; o sociale, del predatore o del branco.
(I) Prendete e mangiate – questo è il mio corpo
(II) Prendete e bevete – questo è il mio sangue
Nella tradizione, la vittima sacrificale per antonomasia è un Gesù Cristo votato alla resurrezione, ma nella sequela di vittime incolpevoli che oggi chiamiamo femminicidio, l’innocenza è reale, il destino atroce, l’ingiustizia sociale.
Testimoni attoniti della strage, tutti noi siamo corresponsabili di una cultura prevaricatrice che non solo ammette ma, talvolta, avalla lo sguardo predatorio e il gesto violento sul corpo dell’innocente. Spesso donna.
Con l’unica ‘colpa’ di esserlo. Innocente ma donna.
Femmina, sorella, amica, amante, collega, figlia, madre…
All’innocente vittima pare restare il solo gemito: ‘povera me’… Magari in grado di farsi anatema: ‘poveri voi’!
(III) Miserere Vobis

(I) Prendete e mangiate – Questo è il mio corpo (stampa sperimentale e fine art)
Ma.
Se sovvertissimo la prospettiva?
E se, invece di ragionare nel nome del Padre, ragionassimo nel nome della Madre?
E se la donna di questa serie fotografica non fosse qui a lamentare il proprio presunto status di vittima, bensì ad attestare – fiera – l’integrità del suo essere?
(I) Prendete e mangiate? Questo è il mio corpo!
Un corpo vulnerabile, certo, ma inviolabile. Un corpo che è mio, anzi, che è me.
(II) Prendete e bevete? Questo è il mio sangue!
Un sangue che scorre nelle nostre vene e tra le nostre gambe di donne da sempre e per sempre: un sangue che dà la vita, letteralmente.
(III) Miserere Vobis
Poveri e povere voi che ancora faticate a riconoscerlo: le donne stanno rialzando la testa.
Solo così l’anatema può trasformarsi in augurio: che la pietà si faccia partecipazione a un destino che non è mai solo di un singolo individuo, ma dell’intera umanità.
E che può e deve essere cambiato.
Prospettiamo la sovversione.

(II) Prendete e bevete – Questo è il mio sangue (cartoline)
MISERERE VOBIS: DELL’INNOCENZA
Una serie, due (sov)versioni, tre immagini
Miserere Vobis (2017): in esposizione, stampa sperimentale su rasatello, 150×225 cm; e stampa giclée su carta Canson – Infinity Photo Lustre Premium RC e inchiostri Canon Lucia, 33×48 cm.
Gli esemplari esposti non sono in vendita.
Se ne possono però acquistare stampe numerate e autenticate (in tiratura limitata a 25 copie), nel formato 21×30 cm. su carta Hahnemühle Photo Rag.
Informazioni e prenotazioni: info@allebonicalzi.com
L’unico sangue versato innocente è quello mestruale.

Sono una persona curiosa.
Amo i colori e le forme. Nonché le relazioni: tra le cose, tra le persone.
Scrivo, dipingo e insegno alla ricerca di senso, che è significato e direzione.
Al momento lo faccio con la luce.
Fotografo.
Anzi: fotografa.
Sono una donna e credo nel potenziale delle donne.
Fotografo ciò che ruota intorno al femminile, per raccontarne l’autenticità.
E per cambiare il mondo.
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