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LOVING THE MOTHER – per donne in cammino

Immagina un meraviglioso incontro di donne che si risvegliano al loro potenziale immenso
e diventano co-creatrici di un cambiamento mondiale.
Loving The Mother è un seminario esperienziale, 
tenuto annualmente in diverse parti del mondo,
dedicato all’esplorazione della femminilità e alla ricerca del proprio scopo di vita.
Giuditta Tornetta
(ideatrice, conduttrice e doula)

Quando mi chiedono dove sono stata di recente, rispondo: a Loving the Mother.
Quando mi chiedono di cosa si tratti, sorrido.
Non è facile spiegarlo e non è facile raccontarlo: è un mondo.
Un mondo di cura, che ruota attorno a quell’evento clamoroso che è la nascita.
Quindi qualcosa che interessa ciascuno di noi.

Che tu stia dando vita a una nuova carriera, o a una nuova te,
che tu stia dando alla luce un bambino
o aiutando una donna nella sua esperienza di parto,
questo seminario è adatto a te. 

Io ero lì per raccontare fotograficamente di cosa si tratta.
Ma per raccontare bisogna capire, per capire bisogna ascoltare, per ascoltare bisogna abbassare le difese e fidarsi.
Entrare in empatia.

Grazie a questa esperienza occorsami, ho capito quanto sia complesso, delicato e importante accompagnare.
Senza giudizio, senza violenza, senza imposizione, senza rabbia.

Ho capito anche che si può imparare.
Per fortuna!

Sui colli morbidi del piacentino, nella splendida cornice di Miri Piri, ho incontrato donne di una forza, di una bellezza (interiore e non solo!), di una grazia e di un coraggio non comuni (o, meglio, non comunemente visibili!).
Ostetriche, doule, custodi della nascita, figlie, amazzoni, amanti, spose, madri e cercatrici.

Donne capaci di mettersi in gioco.
Donne capaci di ridere e di piangere.
Donne capaci di prendersi in carico anzitutto se stesse.
Donne capaci di sostenere e sostenersi, facendo rete, facendo cerchio.

Donne capaci.

Punto.

Ciascuna di noi è arrivata per camminare, ed è ripartita – più o meno profondamente – trasformata.
Il bagaglio si è alleggerito di nodi e grovigli antichi e si è arricchito di progetti e relazioni future.

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Gli insegnamenti gentilmente potenti di Ibu Robin Lim (l’ostetrica ‘dai piedi scalzi’ che ha fondato Bumi Sehat, la clinica per il parto gentile), le provocazioni audaci di Giuditta Tornetta (fondatrice di Joy in Birthing e sostenitrice del parto senza dolore), la scrittura creativa di Marzia Bisognin (scrittrice, blogger e cofondatrice di Madrisane, Terrafelice) e il cerchio volteggiante di Roberta Plevani (councelor, doula danzante e conduttrice di gruppi Rio Abierto) hanno intelaiato un ordito fitto e colorato, su cui ciascuna di noi ha potuto annodare almeno un filo della propria trama intima e personale.

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Il risultato è un arazzo maestoso e multiforme, un mandala tridimensionale, un rebozo avvolgente e sicuro… un tappeto volante!

(Come son poetica, oggi!)

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Il mio grazie va a voi, sorelle, ma-donne e compagne di questo cammino appena cominciato.
Grazie Adele, grazie Alessia, grazie Alice, grazie Alicia, grazie Andrea, grazie Angelica, grazie Anna, grazie Bèrènice, grazie Chiara, grazie Cinzia, grazie Daniela, grazie Elisa, grazie Elisabetta, grazie Federica, grazie Giuditta, grazie Giulia, grazie Jessica, grazie Laura, grazie Luana, grazie Lucia, grazie Marta, grazie Marzia e grazie Marzia, grazie Monica, grazie Paola, grazie Roberta, grazie Robin, grazie Sabrina, grazie Sara e grazie Sara e grazie Sara, grazie Stefania, grazie Valentina, grazie Vida, grazie Vincenza.

LTM-Ritratti-allebonicalzi

Grazie a tutte e a ciascuna di voi.

E grazie anche a Niccolò; King Charles e la sua brigata; Beatrice, Elisabetta e Francesco, Eva, Lien, Luan, Nausicaa; e infine Elma, Paciughino-Iris e le altre due splendide pance che sono ancora (per poco) segrete.

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11 commenti
  • giuditta tornetta

    27 Gennaio 2016 at 15:47 Rispondi

    Io e Robin conduciamo questo workshop da anni, ma nessuno lo ha catturato cosi profondamente come te Alle. Le tue immagini parlano proprio di una sensazione ineffabile che si ha durante il corso…. grazie

    • alle bonicalzi

      27 Gennaio 2016 at 15:53 Rispondi

      Di fronte alla proposta insita in LTM – ossia di mettersi davvero in discussione e in dialogo con l’intorno – la sfida che ho voluto raccogliere io è stata quella di vivere tutto ciò tramite le immagini, la loro creazione e la loro condivisione. Lavorare sulla creazione in tempo reale!

  • Daniela Canzini, DaniDou

    28 Gennaio 2016 at 1:41 Rispondi

    Togli il fiato Alle Bonicalzi, con gli scatti e con le parole.. quanto sei bella! Loving the mother, come racconti tu, si vive. Il tuo lavoro però è un fedele testimone, riporta là, in tutta l’alchimia di attimi di donne insieme, nello stare intorno alla nascita e quindi, a sè stesse..

    • alle bonicalzi

      28 Gennaio 2016 at 9:53 Rispondi

      Grazie, racconto, vita e testimonianza sono parole chiave per me e per il mio lavoro. LTM è stata una palestra importante e un’occasione davvero speciale. Merita una narrazione che sia all’altezza dell’esperienza multiforme che propone… confido di essermici avvicinata un poco.

      • alle bonicalzi

        28 Gennaio 2016 at 10:01 Rispondi

        Esatto. Uno degli intenti di questo reportage era proprio conquistare un brandello di universalità; non però scorporata o astratta, bensì profondamente personificata nei corpi con-passionevoli (in senso letterale) presenti e agenti.
        Voi.
        Noi.

  • marzia de franceschi

    28 Gennaio 2016 at 9:48 Rispondi

    loving the mother rappresenta un viaggio…innanzitutto all’interno di se stesse..
    e questo viaggio interiore incontra tanti altri viaggi, gli sguardi si incrociano e si riconoscono, riconoscono il presente ma anche il passato, …nostro…e di tutte le donne…
    queste immagini fanno rivivere emozioni a chi era lì, ma qualsiasi anima aperta può percepirne il richiamo e la profondità..

  • marzia de franceschi

    28 Gennaio 2016 at 9:58 Rispondi

    grazie Alle!!

  • valentina ghilardotti

    28 Gennaio 2016 at 11:14 Rispondi

    Alle per me LTM senza la tua presenza, la tua partecipazione, non sarebbe stato lo stesso. Come ti ho già detto a voce, tu sei entrata in profondità in questo meraviglioso lavoro e ci hai restituito segni tangibili del nosro percorso, frammenti del nostro viaggio che altrimenti non avremmo mai visto. grazie

    • alle bonicalzi

      28 Gennaio 2016 at 12:33 Rispondi

      Carissima Valentina, leggendo questo tuo commento non ho potuto evitare di pensare alla famosa frase tratta da Il Piccolo Principe: «Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi»… quindi, di fatto, anche alla macchina fotografica. E tuttavia, citando uno dei padri della fotografia, «Fotografare è […] porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere. (Henri Cartier-Bresson).
      Quindi occhi aperti, mente pure… e che il cuore faccia il suo mestiere con l’energia e la forza degne del muscolo possente che è!
      😉

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