Caravaggio-hommage-ad arte-light-painting-alle-bonicalzi-photography-through-blue-eyes-1

ALLA LUCE DI CARAVAGGIO – Maternità in light painting

Continua il mio lavoro di ricerca sul ritratto in light painting. E continua il mio cammino luminoso nel maternage che qui si apre a vera e propria fotografia di famiglia.
Maternità in light painting è l’inizio della storia di un incontro*.

Tra un uomo e una donna, illuminati dall’amore che nutrono l’uno per l’altra.
Tra una coppia e la creatura che è già viva e presente nel grembo che la nutre e nell’abbraccio che la custodisce.
Tra la fotografia e la storia dell’arte.

Tra Caravaggio e Klimt. Il nero e l’oro.

Mi ritrovo a progettare una sessione di ritratto con una coppia meravigliosa che – tra l’altro – è appassionata d’arte.

Dalla pittura a pigmenti alla ‘pittura di luce’, o light painting, il passo non è poi così lungo, a ben guardare.
La storia dell’arte pittorica è così ricca di esempi e spunti di uso della luce, del colore e delle ombre – soprattutto al servizio del ritratto – che viene voglia di attingervi a piene mani!

Più che una sola storia, sono due. In dialogo reciproco.

CARAVAGGIO, IL NERO, LA CARNE E LA LUCE MORALE

«Io adoro Caravaggio – confessa lei. – Suonerà scontato, ma io credo che la qualità della sua luce sia superiore: carnale e divina al tempo stesso.»
Gli occhi le brillano mentre parla sorridendo, una mano sul ventre turgido di vita.

Io sono assolutamente d’accordo: Michelangelo Merisi, il Caravaggio, deve aver venduto l’anima al diavolo per maneggiare la luce e l’ombra come un dio! A suo tempo, figuriamoci!, scandalizzò un’intero mondo (la corte romana e tutta Europa) per l’uso del pigmento nero.
Un’oscurità squarciata da una luce che si fa messaggio morale! Non male.

Lui la guarda teneramente. Le sue mani raggiungono quelle di lei e incoronano, letteralmente, quella pancia. Scrigno prezioso che custodisce il futuro.

A suo tempo, Caravaggio non ebbe ritegno alcuno: pur di rendere vividi i sui dipinti si spinse a copiare le fattezze di donne di strada, spesso sue amanti, per dare corpo a Madonne credibili.
Di carne e sangue (un fiotto rosso, come un drappo nobiliare).
Come ogni madre, come ogni donna.
Custode della vita (il come non fa di per sé la differenza!), nell’oscurità, cede alla luce che ne divarica l’esistenza, per accompagnare una nuova creatura nel suo cammino in questo mondo.

Lei si lascia sfuggire un gemito, un misto di dolore e piacere. Un sussulto, nel suo grembo, ci avverte che non siamo soli. Non siamo i soli a voler giocare con le tenebre e il chiarore. Non i soli a desiderare di venire alla luce. Manca meno di un mese.

Caravaggio dipingeva in una stanza buia, con la flebile illuminazione di un’unica finestrella laterale. Per lui dipingere era rischiarare, svelare. Tematizzare, direi. Qualcosa che fosse valevole, che non andava obliato. La luce che si fa breccia nei suoi dipinti è una luce letteralmente sopra-naturale: inonda, sopraggiunge, investe dall’alto. Conferisce senso alle vicende umane, alla natura.

«Non c’è niente di più naturale che mettere al mondo un figlio – dice lei. – Eppure, ci credi?, ho paura.»
Lui le si avvicina, si china generoso; con una mano larga accarezza il ventre e, con l’altra, solleva il mento di lei, la fissa negli occhi.
«Non sei l’unica ad aver paura. Anch’io temo di non essere all’altezza. Anche lei non sa ciò che l’attende.»

È una bambina! Una nuova, piccola, femmina di carne e sangue che sta per erompere nella loro vita. Una nuova storia appassionante sta per travolgerli tutti e tre.

Scende la notte, fremente di stelle. E io so che la vita continua.

____________________________________

Con questo lavoro ho voluto celebrare la genitorialità sbocciante di questa coppia.
Dipingendone di luce i corpi, cesellando con il colore il buio dell’ombra che custodisce il mistero della nascita.
Guidata dalla luce di Caravaggio.
È quello che i francesi chiamano
hommage.
Noi potremmo chiamarlo
tributo, se non fosse che il termine italiano implica uno sgradevole senso del dovere.
Il nostro omaggio a Caravaggio, invece, è totalmente gratuito, libero, leggero!
Eppure così intenso.

*La seconda parte della storia è qui: ALLA LUCE DI KLIMT – PATERNITÀ IN LIGHT PAINTING

Tra le sessioni più commoventi che io abbia mai realizzato, davvero.

10 commenti

Commenta l'articolo: